È stata protagonista di un notevole calo di luminosità, che aveva suscitato numerosi interrogativi negli astronomi ed era stato tale da essere soprannominato il ‘Grande Affievolimento’ (Great Dimming): stiamo parlando di Betelgeuse, stella supergigante rossa della costellazione di Orione, di cui costituisce uno degli elementi più conosciuti sin dall’antichità.

Un nuovo studio di Nature (articolo: “A dusty veil shading Betelgeuse during its Great Dimming”) chiarisce il mistero di questo oscuramento, che aveva anche fatto pensare ad una possibile esplosione della stella come supernova. Ma Betelgeuse può ‘dormire’ sonni tranquilli: ad offuscare il suo splendore è stata semplicemente una nube di polveri. Lo studio è stato condotto da un ampio gruppo di lavoro internazionale, coordinato dall’Osservatorio di Parigi, e si è basato sui dati di una serie di osservazioni effettuate con il telescopio Vlt (Very Large Telescope) dell’Eso. Ad esse si sono aggiunte misurazioni compiute con due strumenti: Sphere, installato sul Vlt, e Gravity, collocato sul Vlti (Very Large Telescope Interferometer).

Il ‘Grande Affievolimento’ si è verificato tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020 e solo dal successivo mese di aprile la stella, che si trova a circa 700 anni luce dalla Terra, è tornata al suo consueto fulgore. Gli astronomi hanno tenuto particolarmente sotto controllo Betelgeuse perché osservare i cambiamenti di una stella in un arco di tempo di pochi mesi è una circostanza davvero rara.

Il gruppo di lavoro ha cercato di capire a cosa sia stato dovuto il velo di polveri e ritiene che si sia formato in conseguenza di un calo di temperatura sulla superficie di Betelgeuse. Il ‘volto’ della stella cambia regolarmente in relazione a quanto accade alle gigantesche bolle di gas che vi si formano: esse si muovono, si restringono e poi si gonfiano. Poco prima del ‘Grande Affievolimento’, secondo gli scienziati, Betelgeuse ha emesso una bolla di gas particolarmente grande che poi si è allontanata; la conseguenza di questo processo è stato il raffreddamento di una porzione della superficie stellare, che ha indotto il gas a condensarsi in polvere solida.

La formazione della polvere, osservata direttamente, è ritenuta di grande rilievo: da polveri espulse da stelle fredde evolute, come Betelgeuse, sarebbero derivati nel tempo gli elementi base per lo sviluppo della vita.

In alto: elaborazione artistica di Betelgeuse e del suo velo di polveri (Crediti: Eso/L. Calçada). 

In basso: evoluzione dell’affievolimento di Betelgeuse (Crediti: Eso/M. Montargès et al.).