È più grande di Mercurio ed è l’unica luna del Sistema Solare ad avere una sua magnetosfera: si tratta di Ganimede, il maggiore tra i numerosi satelliti naturali di Giove, che torna agli onori della cronaca per un evento di cui sarà protagonista il prossimo 7 giugno. Per quel giorno, infatti, è in programma una ‘visita’ della sonda Juno della Nasa, che effettuerà un sorvolo del corpo celeste ad una distanza di 1038 chilometri: sarà il fly-by più ravvicinato dai tempi di un’altra missione Nasa, Galileo, che svolse il suo penultimo sorvolo di Ganimede il 20 maggio 2000.
Dai rilievi che Juno effettuerà i ricercatori attendono informazioni preziose sulla composizione della luna, sulle sue ionosfera e magnetosfera, sul suo ‘guscio’ ghiacciato e anche sulle radiazioni nei suoi dintorni; nello specifico, quest’ultimo set di dati potrà essere di grande utilità per future missioni nel sistema di Giove. Gli strumenti della sonda, che consentiranno di osservare Ganimede con modalità che non erano possibili prima d’ora, inizieranno a raccogliere i dati all’incirca tre ore prima del massimo avvicinamento; gli strumenti coinvolti saranno Uvs (UltraViolet Spectrograph), Jiram (Jovian InfraRed Auroral Mapper) e Mwr (MicroWave Radiometer).
Particolare attenzione sarà dedicata alla crosta ghiacciata della luna, che presenta un’alternanza di aree scure e luminose: secondo gli studiosi, questa varietà potrebbe essere dovuta al livello di purezza del ghiaccio, ma solo con i dati di Juno sarà possibile avere un’idea di come la composizione e la struttura del gelido rivestimento cambino in base alla profondità.
Inoltre, i segnali delle lunghezze d’onda radio nelle bande X e Ka di Juno saranno impiegati per svolgere un esperimento di radioccultazione per sondare la tenue ionosfera di Ganimede; il test è stato ideato per cercare di comprendere la connessione tra la ionosfera del corpo celeste, il suo campo magnetico intrinseco e la magnetosfera di Giove.
Anche le tre fotocamere della sonda avranno il loro da fare: Sru (Stellar Reference Unit) raccoglierà dati sulle radiazioni nei dintorni della luna, Asc (Advanced Stellar Compass) rileverà la presenza di elettroni particolarmente energetici e JunoCam realizzerà immagini ad alta risoluzione che saranno impiegate per confronti con quelle di precedenti missioni per vedere se l’aspetto di Ganimede sia cambiato o meno nei decenni. Oltre alla già citata sonda Galileo, altri esploratori spaziali hanno fatto visita alla luna: Pioneer 10, Pioneer 11 e le due sonde Voyager.
Juno, lanciata il 5 agosto 2011, ha raggiunto l’orbita di Giove il 5 luglio 2016 e da allora ha iniziato la sua attività scientifica, mirata a comprendere l’origine e l’evoluzione del pianeta. La missione, attraverso l’Agenzia Spaziale Italiana, vanta un significativo contributo ‘tricolore’ con il già citato spettrometro Jiram (strumento dell’Inaf-Iaps, realizzato da Leonardo) e lo strumento di radioscienza KaT (Ka-Band Translator, dell’Università ‘La Sapienza’ di Roma, realizzato da Thales Alenia Space-Italia).
In alto: mappe di Ganimede realizzate con i dati delle sonde Voyager e Galileo (Crediti: Usgs Astrogeology Science Center/Wheaton/Nasa/Jpl-Caltech).