EVOLUZIONE STELLARE/Sn 2012au, a distanza di sei anni dall’esplosione, continua a brillare grazie alla nascita di una pulsar. Lo afferma uno studio in pubblicazione su The Astrophysical Journal Letters
Valeria Guarnieri 12 settembre 2018
Diventano così luminose da mettere in secondo piano le galassie che le ospitano, possono impiegare mesi o addirittura anni prima di dissolversi e in alcuni casi i loro resti, imbattendosi in gas ricchi di idrogeno, ridiventano intensamente splendenti: sono le supernove, le spettacolari esplosioni che caratterizzano le fasi conclusive dell’evoluzione stellare. Una di esse – Sn 2012au – ha particolarmente suscitato l’interesse degli astronomi per le peculiarità della sua luce, dato che a sei anni dall’esplosione continua a brillare senza aver avuto interazioni con l’idrogeno. L’indagine su Sn 2012au, che si trova nella galassia Ngc 4790, è stata condotta da un team di ricercatori coordinato dal Dipartimento di Fisica e Astronomia della Purdue University (Usa) ed è stata illustrata nell’articolo “Evidence for a pulsar wind nebula in the Type Ib-peculiar supernova SN 2012au”, in pubblicazione su The Astrophysical Journal Letters e disponibile in pre-print sulla piattaforma arXiv.org.
I ricercatori sono rimasti stupiti nel constatare che la supernova in questione sia rimasta così splendente in un tale arco di tempo e, escludendo l’azione dell’idrogeno in base all’esame dello spettro, hanno ipotizzato la presenza di qualche altro fattore energizzante. Quando gli astri arrivano all’epilogo, il loro interno collassa fino al punto in cui le particelle diventano neutroni; il risultato finale, quindi, è una stella di neutroni che, se è dotata di un campo magnetico e ruota abbastanza velocemente, può svilupparsi in una ‘pulsar wind nebula’, vale a dire una pulsar circondata da una nube di gas, modellata dal vento emesso dalla pulsar stessa.
Gli autori dell’articolo ritengono che probabilmente per Sn 2012au si sia verificata una situazione del genere; per questa supernova, inoltre, sarebbero riusciti a cogliere il momento chiave in cui la pulsar wind nebula è abbastanza brillante da illuminare il margine esterno della materia espulsa dall’esplosione. La pulsar nel ‘cuore’ della stella esplosa, infine, può imprimere un’accelerazione ai gas e i ricercatori ipotizzano che, effettuando un monitoraggio a distanza di qualche anno, sia possibile osservare gas ricchi di ossigeno che sfrecciano dal luogo dell’esplosione. Secondo gli astronomi, lo studio delle supernove è di fondamentale importanza non solo per avere un quadro completo dell’evoluzione stellare, ma anche perché molti elementi indispensabili per lo sviluppo della vita – come l’ossigeno – derivano da queste violente esplosioni stellari.