L’osservatorio Gemini della National Science Foundation ha immortalato la regione occidentale della Nebulosa della Carena con dettagli mai ottenuti finora. Lo scatto mostra una serie di strutture insolite nella nebulosa ottenute grazie all’ottica adattiva che ha migliorato di  ben dieci volte la nitidezza dell’immagine. Lo studio  – condotto da un team della Rice University che vede anche la presenza di un italiano Andrea Isella –  è stato pubblicato sull’ultimo numero di Astrophysical Journal Letters. Le nebulose come quelle della Carena   nursery stellari ricche di gas – sono ideali da osservare per scoprire di più sui processi di formazione stellare.

I ricercatori hanno utilizzato il telescopio Gemini South per osservare il confine della zona occidentale della nebulosa. Questa tecnica permette di compensare gli effetti provocati dall’atmosfera terrestre per ottenere immagini nitide, paragonabili a quelle di un telescopio spaziale. Nel dettaglio le regioni in cui nascono le stelle sono avvolte dalla polvere ma grazie alla Gemini South Adaptive Optics Imager – la camera con ottica adattiva nel vicino infrarosso montata sul telescopio    è  stato possibile svelare i dettagli di quest’area.

Le analisi hanno rivelato un enorme muro di polvere e gas incandescente, illuminato dalla luce ultravioletta proveniente dalle giovani stelle massicce nelle vicinanze. L’area osservata presenta una lunga serie di creste parallele che potrebbero essere prodotte da un campo magnetico, oltre ad alcuni frammenti che sembrano essere in procinto di essere strappati dal vento stellare. L’immagine inoltre mostra anche tracce di materiale appena espulso da una stella appena nata. Lo scatto permette di osservare l’influenza che le stelle neonate esercitano sull’ambiente circostante  – e di conseguenza – anche sul processo di formazione planetaria.

«È possibile che il Sole si sia formato in un ambiente simile – commenta Patrick Hartigan della Rice University –  e in questo caso  le radiazioni e i venti provenienti da qualsiasi stella massiccia vicina avrebbero influenzato le masse e le atmosfere dei pianeti esterni del Sistema Solare». Gli astronomi ritengono che l’ottica adattiva possa rivelare ancora molto sui processi di formazione stellare e planetaria. In futuro  – grazie ai telescopi di ultima generazione come il James Webb Telescope   saremo in grado di osservare con maggiore precisione i dettagli di queste suggestive strutture nel cielo.

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