Aggiustamento di rotta in vista per la Nasa in materia di conquista lunare. L’agenzia statunitense ha annunciato la possibilità di rivedere alcune tappe del programma Artemis, che punta a inviare un equipaggio sulla Luna e mettere in orbita il Lunar Gateway entro il 2024.

Due traguardi che secondo le nuove disposizioni della Nasa saranno raggiunti separatamente. La missione Artemis 3 non utilizzerà il Gateway, come si era invece ipotizzato in precedenza, e potrebbe sfruttare per l’allunaggio un’orbita diversa da quella che avrà l’avamposto lunare. «Non c’è bisogno di fare il grande balzo tutto insieme», ha detto il responsabile volo umano della Nasa adattando la famosa frase pronunciata da Armstrong oltre 50 anni fa.

Ma se il balzo per gli obiettivi di Artemis avverrà in due tempi, il Lunar Gateway vedrà invece accorpata in un’unica operazione due tappe che nei piani iniziali dovevano essere distinte. È la seconda grande novità della conquista lunare 2.0: la Nasa sta infatti valutando di lanciare insieme i primi due elementi del Lunar Gateway, il modulo abitativo HALO e il modulo di alimentazione e propulsione PPE. Inizialmente l’agenzia voleva inviare i due moduli nello spazio separatamente e integrati in orbita.

Il nuovo piano prevede invece un’integrazione a terra e un invio a bordo di un unico lanciatore, probabilmente il Falcon Heavy di SpaceX. Il motivo? Diminuire i rischi e soprattutto i costi dell’operazione. Una manovra che al momento appare particolarmente sensata, visto che proprio in questi giorni la Nasa ha chiuso un accordo con Roscosmos per l’acquisto a peso d’oro – 90 milioni di dollari – di un posto aggiuntivo sulla Soyuz per raggiungere la Stazione spaziale internazionale alla fine del 2020. Tutelandosi così da possibili ritardi del programma commerciale, che con SpaceX dovrebbe rendere gli Stati Uniti di nuovo autonomi dalla Russia nel trasporto sulla Iss. In attesa di rimettere piede sul nostro satellite e conquistare l’orbita cislunare.