La perdita netta di ghiaccio dall’Antartide sommata a quella della calotta glaciale della Groenlandia è stata responsabile di un aumento del livello dei mari pari a 14 millimetri tra il 2003 e il 2019. Lo afferma uno studio effettuato grazie ai dati d IceSat e del suo successore IceSat-2 due satelliti della Nasa in grado di analizzare la copertura glaciale terrestre e di monitorare l’estensione dei ghiacci nel corso delle stagioni in relazione al clima. Combinando i dati dei due osservatori gli scienziati sono stati in grado di osservare i minimi cambiamenti nelle masse di ghiaccio precedentemente trascurati e hanno generato una panoramica completa dei mutamenti delle calotte glaciali ai due poli.
In particolare i due satelliti hanno valutato il rapporto tra la perdita di massa di ghiaccio e l’accumulo di nevi – fortemente dipendente dalle interazioni tra ghiacci, oceano a atmosfera e sempre più influenzato dal clima più caldo – che determina l’innalzamento dei livelli dei mari.
Fin dagli anni novanta i satelliti hanno registrato la massa di ghiaccio misurando l’altezza variabile del ghiaccio polare. Tuttavia finora è stato difficile avere una stima unificata dei cambiamenti di massa per via della diversa risoluzione degli strumenti a bordo degli osservatori spaziali e per l’adozione di diverse metodologie di calcolo utilizzate per la misurazione delle calotte galleggianti su terraferma, che interagiscono con ambienti diversi.
«Se osserviamo un ghiacciaio o una calotta per un mese o un anno non siamo in grado di monitorare gli effetti dei cambiamenti climatici – spiega Ben Smith dell’Università di Washington autore principale dello studio- ora abbiamo a disposizione sedici anni di osservazioni e i cambiamenti che monitoriamo nei ghiacci sono, con molta probabilità, legati a quelli del clima».
In molte regioni chiave dell’Antartide il contributo all’innalzamento del livello del mare è stato provocato dalla perdita di banchi di ghiaccio galleggianti che normalmente aiutano a trattenere il flusso di ghiaccio aggiuntivo che si sposta dalla terra verso l’oceano. Secondo i dati raccolti dagli osservatori spaziali i due terzi dei ghiacci che hanno contribuito all’innalzamento dei mari provengono dalla Groenlandia mentre l’altro terzo dall’Antartide. I ricercatori ritengono che il riscaldamento delle acque globali sia il principale responsabile dell’erosione delle gigantesche piattaforme di ghiaccio marine che offrono stabilità ai ghiacciai e alle calotte terrestri.
«Le piattaforme marine – continua Helen Fricker co-autrice della ricerca – sono come i pilastri di un edificio: se vengono erose non c’è più sostegno e il ghiaccio proveniente da terra si sposta più velocemente nell’acqua». Le misurazioni IceSat-2 hanno anche evidenziato un ispessimento della calotta glaciale nelle zone interne dell’Antartide, probabilmente causata dall’aumento delle nevicate anche se la massiccia perdita dei ghiacci ai margini del continente supera di gran lunga la massa guadagnata all’interno.
Una situazione simile si è verificata nelle zone costiere della Groenlandia dove è stato osservato un significativo assottigliamento dei ghiacciai Kangerdulgssuaq e Jakobshavn che hanno perso dai quattro ai sei metri. «Grazie al continuo monitoraggio dei satelliti dedicati all’osservazione della Terra- conclude Fricker – saremo in grado di eseguire modelli più efficienti per prevedere l’innalzamento del livello del mare e potremo mettere in campo misure più efficienti per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici».