Il 27 maggio l’uomo tornerà nello spazio partendo dal suolo statunitense. L’agenzia spaziale americana manderà sulla Iss gli astronauti Doug Hurley e Bob Behnken a bordo della capsula Crew Dragon di SpaceX. Tornando così a lanciare astronauti nello spazio dal proprio territorio per la prima volta da quando fu sospeso il programma Shuttle nel 2011.
Quanto annunciato dalla Nasa rappresenta un cambio di paradigma della storia spaziale. In questi poco meno di dieci anni l’agenzia statunitense non ha certo perso la centralità nel settore, ma l’abbandono dello Shuttle e l’avvio di una competizione commerciale per trovare il nuovo vettore che avrebbe portato gli astronauti nello spazio l’ha resa dipendente dagli alleati russi per la Stazione spaziale internazionale.
Oggi il cambio di paradigma sta in un fattore totalmente nuovo. Gli interlocutori sono come sempre aziende private, come lo furono per il progetto Apollo e per lo Shuttle. Ma con un altro punto di vista: la proprietà del lanciatore.
Il Dragon e il Cygnus hanno sostituito da subito lo Shuttle quale elemento cargo. A fine di maggio lo faranno anche per il volo umano dal suolo statunitense, almeno per quanto riguarda il Crew Dragon di SpaceX. Ma quello che accadrà non avrà nulla a che fare col passato, e neanche col presente.