Titano è l’unico corpo planetario nel nostro Sistema Solare oltre alla Terra in cui è nota la presenza permanente di liquidi sulla superficie.
Pioggia, mari e superfici composte da metano ed etano, sono tra le principali caratteristiche della più grande luna di Saturno. Queste ‘somiglianze’ con la Terra hanno portato molti scienziati a considerare la possibile abitabilità del pianeta.
Tuttavia, un nuovo studio sembra smentire la possibilità che la vita così come la conosciamo possa svilupparsi facilmente sul pianeta.I ricercatori affermano che le membrane lipidiche non potrebbero mai svilupparsi nelle condizioni presenti su Titano, la cui temperatura è di circa -180 ° C. Appurato ciò, il team ha focalizzato l’attenzione su strutture capaci di formare l’equivalente delle membrane delle cellule viventi. Basando lo studio su ricerche passate, gli scienziati hanno individuato gli azotomi – un tipo di membrana cellulare di composizione organica, a base di azoto – come possibili candidati in grado di resistere alle temperature proibitive come quelle del metano liquido. Gli azotomi sono l’equivalente dei liposomi; si tratta di vescicole circondate da una membrana lipidica che si formano in acqua o altri liquidi in particolari condizioni, abbondanti nei laghi di Titano.
Secondo quanto riportato dallo studio, gli azotomi si formerebbero attraverso l’acrilonitrile, un composto chimico presente sia in atmosfera che in superficie, che potrebbe consentire la formazione di membrane, come quelle che proteggono le cellule viventi sulla Terra. La comunità scientifica riteneva che l’acrilonitrile formasse sfere cave, chiamate azotosomi, che anche a temperature rigide fosse in grado di comportarsi come le sfere cave composte di fosfolipidi terrestri – i liposomi-, che formano le membrane delle nostre cellule.
I risultati della ricerca hanno confermato, invece, che l’acrinolonitrile a tali temperature si cristallizzerebbe nel suo ghiaccio molecolare e che sebbene gli azotomi siano in grado di tollerare le temperature sul pianeta, non potrebbero comunque ‘svilupparsi’, auto-assemblarsi.
Pur sottolineando che la vita su Titano e altri mondi simili è altamente improbabile, i ricercatori ipotizzano che le membrane cellulari potrebbero non essere fondamentali per lo sviluppo della vita su altri pianeti, aprendo la strada a studi futuri. Tra questi, nel 2026, partirà la missione Nasa Dragonfly, con obiettivo quello di ricercare composti chimici prebiotici e possibili segni di vita passata e presente.
Lo studio è stato pubblicato su Science Advances.