Gli anelli di Saturno sono destinati a scomparire prima di quanto previsto. E’ quanto emerge da uno studio realizzato grazie ai dati forniti da Cassini durante la sua lunga avventura alla scoperta del pianeta e delle sue lune. Più precisamente, gli anelli vengono spinti verso Saturno dalla gravità trasformandosi in una pioggia polverosa di particelle ghiacciate influenzate dal campo magnetico del pianeta. La coppia di sonde Voyager che ha sorvolato Saturno nel 1980, aveva analizzato la quantità di pioggia di particelle, scoprendo che era così intensa da poter far sparire l’intero sistema degli anelli nel giro di 300 milioni di anni.
Alla già catastrofica previsione, si è aggiunta quella ancora meno rosea di Cassini, che ha misurato la velocità di caduta delle particelle su Saturno stimando che in realtà le aspettative di vita degli anelli si aggirano intorno ai 100 milioni di anni. Un numero davvero molto basso insomma, se paragonato all’età di Saturno che si avvicina ai 4 miliardi di anni. Secondo quanto rilevato da Cassini, gli anelli non si sarebbero formati insieme a Saturno ma solo parecchio tempo dopo. L’origine degli anelli è stata discussa in varie teorie: secondo alcune potrebbero essersi formati molto tempo dopo Saturno, prodotti dallo scontro di piccole lune ghiacciate le cui orbite sarebbero state modificate dal passaggio di una cometa o di un asteroide.
I misteri che avvolgono i suggestivi anelli sono ancora numerosi: tra questi c’è la possibilità che la pioggia di particelle proveniente dagli anelli possa essere influenzata dall’orbita di Saturno attorno al Sole e dalle sue mutevoli stagioni: la quantità di pioggia prodotta potrebbe infatti variare in base all’esposizione alla luce solare di Saturno. Nonostante le previsioni non troppo ottimistiche, gli anelli di Saturno sono ancora nel pieno della loro esistenza e potremo godere dello spettacolo offerto dal gigante gassoso ancora per molto tempo.