A partire dalle prime osservazioni delle onde gravitazionali, la moderna astronomia multimessaggera ha cambiato il modo di osservare il nostro universo. Portando alla ribalta uno dei quesiti fondamentali in cosmologia: che cosa succede quando due buchi neri si scontrano? L’agenzia spaziale europea punta a trovare nuove risposte a questa domanda grazie alle future missioni Athena e Lisa, che studieranno per la prima volta da vicino i violentissimi urti cosmici tra i famigerati black holes.  I buchi neri supermassicci, con masse che oscillano tra milioni e miliardi di soli, si trovano al centro di gran parte delle galassie dell’universo, compresa la nostra Via lattea.

Athena (Advanced Telescope for High Energy Astrophysics), seconda missione di classe Large dell’Esa, studierà i buchi neri nei raggi X, andando indietro nella storia del cosmo fino all’epoca in cui si sono formate le prime stelle supermassicce. Sarà dotata di una strumentazione avanzatissima, combinando un telescopio di grande area con due strumenti di piano focale. Lisa (Laser Interferometer Space Antenna) è una costellazione di tre satelliti che studierà le onde gravitazionali a basse frequenze, seguendo un’orbita attorno al Sole alla distanza di circa 50 milioni di chilometri dalla Terra. Entrambe le missioni si trovano attualmente in fase di studio, e saranno lanciate intorno al 2030.

“Daremo per la prima volta il sonoro al ‘film cosmico’ della fusione dei buchi neri supermassicci – commenta Günther Hasinger, direttore scientifico dell’Esa – ma questo sarà possibile soltanto se Athena e Lisa saranno operative allo stesso tempo. In questo modo potremo osservare il fenomeno sia attraverso i raggi X che attraverso le onde gravitazionali.”

Per questo il team dell’Esa sta lavorando in modo da sviluppare le due missioni in perfetta sinergia. Quando Lisa rileverà il segnale di un’onda gravitazionale non potrà indicare con esattezza la sua provenienza, dal momento che le sue sonde opereranno scandagliando tutto il cielo in un modo più simile a un microfono che a un telescopio. Ma combinando i dati di Lisa con le osservazioni a raggi X di Athena, sarà possibile restringere il campo fino a isolare la fonte del segnale. Rendendo così l’astronomia multimessaggera sempre più in grado di osservare e al tempo stesso ascoltare il cosmo.