Gioca a nascondino a circa 1300 anni luce di distanza dalla Terra, celandosi nelle pieghe della costellazione di Orione, ma nonostante il suo look da dark lady non è riuscita a sfuggire allo sguardo acuto del telescopio Vlt dell’Eso: si tratta di Ngc 1788, una nebulosa a riflessione il cui aspetto ricorda un pipistrello ad ali spiegate tanto da essere stata soprannominata ‘Cosmic Bat’. Le nebulose a riflessione non emettono luce, ma riflettono quella di stelle vicine e Ngc 1788 non fa eccezione: ad illuminarla, facendo emergere la silhouette di un chirottero, sono i baby astri nascosti nel suo nucleo.
L’immagine di Vlt è la più dettagliata realizzata sino ad ora, ma la nebulosa è nota agli astronomi da oltre due secoli: a scoprirla nel 1786 fu William Herschel, che la inserì nel suo Catalogue of Nebulae and Clusters of Stars. Secondo gli astronomi, a scolpire le ali di Ngc 1788 sarebbero state le intense folate di vento provenienti dalle stelle massicce che si trovano alle sue spalle. Non è la prima volta che questa nebulosa a riflessione si mette in posa per un telescopio dell’Eso: nel 2010, infatti, il fotografo fu Mpg con uno scatto celebrativo per il ventennale dello spettrografo Fors2 (FOcal Reducer and low dispersion Spectrograph), strumento particolarmente versatile nel realizzare immagini ad alta risoluzione.
Il ritratto odierno di ‘Cosmic Bat’ fa parte di un programma Eso con finalità didattiche e divulgative: Cosmic Gems, un’iniziativa mirata a creare un portfolio di immagini di oggetti celesti particolarmente accattivanti per appassionare gli studenti e il grande pubblico. Le osservazioni per le foto vengono messe in atto nelle fasce orarie in cui il Vlt non può essere impiegato per attività di ricerca e nel caso in cui i dati raccolti possano rivestire qualche interesse per gli astronomi vengono resi fruibili alla comunità scientifica tramite il portale Eso Science Archive Facility.