Mars Sample Return è un progetto che prevede lo sviluppo di una missione automatica in grado di raccogliere campioni di suolo marziano per poi riportarli a terra per le analisi, noto per la sua complessità e per i tempi di sviluppo molto lunghi. Sebbene la sua realizzazione sia difficile, molte tra le agenzie spaziali hanno da tempo manifestato l’interesse nello sviluppo di un programma congiunto. Ora, un gruppo composto da 71 ricercatori di varie nazionalità ha condotto uno studio per fare il punto della situazione e per identificare gli obiettivi principali. Lo studio – sponsorizzato dall’International Mars Exploration Working Group e pubblicato su Meteoritics & Planetary Science –  ha lo scopo di descrivere l’impatto positivo che i risultati di una missione di questo tipo potrebbero avere per le  discipline scientifiche che si occupano di  studiare il pianeta rosso.

L’esplorazione di Marte, non può però concentrarsi unicamente sullo sviluppo di missioni robotiche, ma deve essere affrontata a 360 gradi. Il progetto Basalt della Nasa (Biologic Analog Science Associati  Lava Terrains) propone un approccio multidisciplinare in grado di mettere insieme vari esperti quali geologi, microbiologi, genetisti, ingegneri e astrobiologi di tutto il mondo. Uno degli obiettivi del team è quello di studiare a fondo l’ostile ambiente marziano, dove tempo e risorse sono limitati –  per poter riuscire a fare scienza in modo continuativo. Basalt prevede esperimenti su terreni con caratteristiche simili a quelli marziani e gli scienziati hanno individuato alcune aree dell’Idaho e delle Hawaii, per effettuare simulazioni sul campo.

Le zone vantano ampie aree ricche di basalto, una roccia a grana fine, simile a quella marziana. Nel dettaglio, gli scienziati stanno studiando i biomarcatori organici della vita microbica associati alle rocce. Simulazioni di questo genere, sono preziose per poter identificare i luoghi migliori in cui far atterrare le missioni con equipaggio. Le zone di Marte, ricche di rocce simili a quelle basaltiche presenti sulla Terra, garantiranno terreni migliori per lo svolgimento di esperimenti scientifici e per la raccolta di campioni.  Non solo, alcuni tra gli scienziati che lavorano al progetto Basalt, stanno sperimentando varie tecniche per rendere le comunicazioni Terra-Marte più efficienti,  per evitare che i futuri  astronauti abbiano tempi di inattività prolungati.