Un team internazionale di astronomi ha scoperto che le galassie di piccola dimensione generatrici di stelle erano diffuse quando l’Universo aveva appena 800 milioni di anni. I risultati della ricerca suggeriscono che le prime galassie che hanno illuminato e ionizzato il cosmo si siano formate ancor prima di quanto teorizzato in precedenza.

Lo studio, “ Lyman-Alpha Galaxies in the Epoch of Reionization (LAGER)”, ha visto la partecipazione di scienziati provenienti da Cina, Stati Uniti e Cile che hanno utilizzato  la fotocamera Dark Energy (DECam) del Victor M. Blanco Telescope, in Cile.

Circa 300.000 anni dopo il Big Bang, l’Universo era buio e permeato di idrogeno neutro:  la formazione delle prime galassie e la presenza delle loro radiazioni energetiche hanno ionizzato il gas intergalattico, illuminandolo. Per i ricercatori, determinare l’epoca di formazione delle prime galassie, è una sfida dato che il gas intergalattico, inizialmente neutro, assorbe la luce ultravioletta emessa dalle galassie rendendone difficile la rilevazione strumentale.

Gli astronomi utilizzano un metodo indiretto per cercare di comprendere le fasi di questo fenomeno. Le informazioni sulla demografia delle galassie produttrici di stelle sono utili per determinare il momento in cui il gas intergalattico si è ionizzato e di conseguenza, l’epoca di formazione delle prime galassie.

Le galassie produttrici di stelle che brillano nella Lyman Alpha Line, una linea spettrale dell’idrogeno, quando sono circondate da idrogeno neutro hanno i fotoni Lyman Alpha che si disperdono, finenso per essere oscurate da una sorta di effetto nebbia. Quando il gas infine viene ionizzato, questa “nebbia” si disperde e le galassie diventano “visibili” tanto da poter essere rilevate in modo più semplice.

Lo studio in questione ha scoperto grazie a questo metodo 23 galassie di Lyman Alpha , denominate LAE, presenti già 800 milioni di anni dopo il Big Bang, con un redshift di z ~ 7: il più vasto campione mai rilevato per quel periodo.

 

Tali risultati, secondo il team di ricercatori, devono molto all’aiuto della Dark Energy camera che ha consentito di ampliare l’indagine scientifica sia alle galassie deboli che a quelle più luminose.