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Si possono prevenire le eruzioni vulcaniche sfruttando i satelliti per l’Osservazione della Terra?

Un nuovo studio della Nasa dimostra come, in parte, le immagini satellitari possano aiutare a rilevare i primi segnali di attività vulcanica rilevando l’inverdimento della vegetazione.

È già noto come le foglie degli alberi, in prossimità di un vulcano, possano diventare più verdi e rigogliose quando hanno a disposizione una maggiore quantità di anidride carbonica. Il magma vulcanico, infatti, quando risale attraverso la crosta terrestre, rilascia anidride carbonica e altri gas che salgono in superficie.

I vulcanologi hanno unito le forze con botanici e climatologi per osservare gli alberi – oltre alle onde sismiche e alle variazioni di altezza del suolo – per avere un’idea chiara di cosa stia accadendo sotto il vulcano.

In particolare, gli studiosi si stanno concentrando sul rilevamento di anidride solforosa o comunque composti solforati, seppure queste fuoriuscite siano successive alle emissioni di anidride carbonica. Quest’ultima, seppur anticipa il risveglio di un vulcano, è molto difficile da rilevare. L’atmosfera terrestre è ricca di anidride carbonica e sarebbe difficile distinguere dallo spazio quella emessa da un vulcano in fase di risveglio, almeno che questo non ne emetta a sufficienza.

La vulcanologa Nicole Guinn, dell’Università di Houston, è stata la prima a mostrare una forte correlazione tra il colore delle foglie degli alberi e l’anidride carbonica generata dal magma. La ricercatrice ha monitorato gli alberi intorno al vulcano Etna, in Sicilia, confrontando, in particolare, le immagini raccolte da Landsat 8 della Nasa e da Sentinel-2 dell’Esa. Altri ricercatori hanno raccolto campioni di foglie dagli alberi vicino al vulcano attivo Rincon de la Vieja, in Costa Rica, misurando anche i livelli di anidride carbonica. La ricerca, che vuole essere “un’intersezione interdisciplinare bidirezionale tra ecologia e vulcanologia”, mira a conoscere la capacità di assorbimento da parte degli alberi al fine di comprendere cosa accadrà quando tutti gli alberi del pianeta saranno esposti ad alti livelli di anidride carbonica. Nel 2017 il monitoraggio di anidride carbonica e anidride solforosa intorno al vulcano Mayon, nelle Filippine, ha permesso l’evacuazione di oltre 56mila persone messe in sicurezza prima della massiccia eruzione il 23 gennaio 2018.

I vulcani potenzialmente attivi sul pianeta sono circa 1.350.

 

Immagine di copertina: Eruzione del Monte Chaiten nel sud del Cile – Crediti: Nasa