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Nei laboratori della Nasa, l’ossigeno molecolare bolle in pentola: l’uomo potrebbe presto respirare sulla Luna e sfruttare l’ossigeno come propellente per i lander lunari. È quanto suggeriscono i risultati di un test condotto al Kennedy Space Center, in Florida, dove un gruppo di ricercatori – in collaborazione con l’azienda spaziale Lunar Resources – è riuscito a estrarre ossigeno puro da suolo lunare simulato.

Il processo si chiama elettrolisi della regolite fusa ed è una sorta di ‘cottura’ ad alta tecnologia. Impiegando un reattore sperimentale, inserito in una camera a vuoto che simula le condizioni ambientali della Luna, i ricercatori hanno prodotto ossigeno molecolare puro a partire dalla regolite, la miscela di polvere e roccia che ricopre il suolo del nostro satellite. Durante i test, la camera a vuoto ha riprodotto la pressione del vuoto presente sulla superficie lunare. Il reattore ha riscaldato circa 25 chilogrammi di regolite simulata fino a una temperatura di 1700 °C, trasformandola in un composto fuso. Una volta raggiunta questa fase, passando attraverso la regolite fusa, un flusso di corrente elettrica ha separato l’ossigeno – liberato in forma gassosa – dai metalli presenti nel suolo.

«È la prima volta che la Nasa produce ossigeno molecolare utilizzando questo metodo», spiega Annie Meier, responsabile del progetto. «Il processo di riscaldamento del reattore è simile a quello di una pentola da cucina avanzata. Una volta messo il coperchio, osserviamo i gas che vengono prodotti.»

Produrre ossigeno direttamente sulla Luna ridurrebbe in modo significativo i costi e la complessità delle missioni spaziali, diminuendo anche la dipendenza dai rifornimenti terrestri. Non solo: oltre a fornire aria respirabile, l’ossigeno estratto potrebbe essere utilizzato come ossidante nei carburanti per razzi e lander e contribuire a produrre metalli utili alla costruzione di pannelli solari e infrastrutture lunari.
Una volta perfezionato sulla Terra, il processo potrà essere riprodotto durante le future missioni sulla Luna. Nel frattempo, la camera a vuoto e il reattore potranno anche essere aggiornati per simulare altre condizioni ambientali, sia lunari che marziane, in vista di ulteriori test e applicazioni.

 

In apertura: Luna piena. Crediti: Nasa