Al centro di un nuovo studio ci sono due rocce ribelli che dopo aver viaggiato nella fascia di asteroidi del nostro Sistema Solare si sono schiantate sulla Terra vent’anni fa. Cosa hanno in comune?  Gli ingredienti essenziali per la vita. Secondo la ricerca pubblicata su Science Advances infatti, si tratta dei primi meteoriti contenenti sia acqua liquida che un mix di composti organici complessi come idrocarburi e amminoacidi. Analizzando la chimica all’interno dei minuscoli campioni di cristalli di sale blu e viola di questi meteoriti – che misurano solo una frazione della larghezza di un capello umano – gli esperti sono risaliti alle possibili origini di queste rocce.

La materia organica degli asteroidi è in qualche modo simile a quella trovata nei meteoriti primitivi, ma contiene più elementi chimici che portano ossigeno. In combinazione con altre prove, i risultati supportano l’idea che la materia organica possa provenire da un corpo “genitore” ricco di acqua, o precedentemente ricco di acqua, un mondo oceanico nel sistema solare primitivo. Gli scienziati ipotizzano che si possa trattare di Cerere, un pianeta nano e il più  grande oggetto nella fascia degli asteroidi e dell’asteroide 6 Hebe, che è probabilmente il corpo progenitore delle meteoriti condriti H, che rappresentato il 40% di tutte le meteoriti che colpiscono la Terra. Lo studio, condotto attraverso esperimenti a raggi X presso il Department of Energy’s Lawrence Berkeley National Laborator, fornisce la prima analisi chimica completa dell’organica  e dell’acqua liquida di cristalli di sale trovati nei meteoriti che colpiscono la Terra. Lo studio getta nuove basi sulla formazione del nostro sistema solare e sulla geologia degli asteroridi nonché prove della possibile esistenza della vita oltre la Terra. Mentre i ricchi giacimenti di residui organici recuperati dai meteoriti non forniscono alcuna prova di vita al di fuori della Terra, i cristalli ben conservati e “incapsulati” nei meteoriti forniscono dati importanti sulla chimica di cui sono composti, analoghi alla conservazione degli insetti preistorici nelle goccioline di linfa solidificata. “Questa è davvero la prima volta che abbiamo trovato abbondanti sostanze organiche associate all’acqua liquida, elementi davvero cruciali per la origine della vita e per l’origine di complessi composti organici nello spazio”, afferma Queenie Chan autrice principale dello studio.

Se la vita è esistita in qualche modo nel Sistema Solare primitivo, questi meteoriti contenenti cristalli di sale sollevano la “possibilità di intrappolare la vita e / o le biomolecole” all’interno dei loro cristalli di sale. I cristalli trasportavano tracce microscopiche di acqua che si ritiene risalgano all’infanzia del nostro Sistema Solare – circa 4,5 miliardi di anni fa. La somiglianza dei cristalli trovati nelle meteoriti – una delle quali ha impattato nel terreno vicino a un campo da basket in Texas nel marzo 1998 e l’altra in Marocco nell’agosto 1998 – suggerisce che la loro provenienza potrebbe essere simile.”Ci sono anche indizi strutturali sull’impatto – forse da un piccolo frammento di asteroide che colpisce un asteroide più grande”, ha detto Chan. Ciò apre molte possibilità nel modo in cui la materia organica può essere trasmessa da un host all’altro nello spazio e questo potrebbe portare gli scienziati a dover ripensare ai processi che hanno portato alla complessa suite di composti organici rilevati su questi meteoriti. Gli scienziati ipotizzano inoltre che i cristalli potrebbero essere stati originariamente seminati dall’attività vulcanica di Cerere. “Tutto porta alla conclusione che l’origine della vita è forse possibile altrove. “C’è una vasta gamma di composti organici all’interno di questi meteoriti, tra cui un tipo molto primitivo di sostanze organiche che probabilmente rappresentava la composizione organica del primo Sistema Solare”.