I buchi neri supermassicci, corpi celesti con massa da centinaia di milioni a miliardi di volte quella di una stella, sono gli oggetti più famelici del cosmo. Si trovano nel cuore di molte galassie, compresa la nostra Via Lattea, e gli astronomi pensano che il loro ruolo nella formazione stellare sia determinante. Ma come fanno i buchi neri a ‘ingrassare’ così tanto? La risposta a questa domanda è ancora controversa, e i meccanismi che regolano i ‘banchetti’ dei buchi neri ai danni dei corpi celesti circostanti restano in parte sconosciuti.
Ora un team di ricerca coordinato dall’Università del Colorado ha scoperto un meccanismo che sembra spiegare la presenza di ammassi stellari asimmetrici nei dintorni de buchi neri supermassicci di alcune galassie. I risultati, pubblicati su Astrophysical Journal, suggeriscono che durante i periodi attivi delle galassie i rispettivi buchi neri possano arrivare a divorare fino a una stella all’anno. Una media piuttosto alta, che potrebbe risolvere per la prima volta l’antico mistero relativo alla strana eccentricità delle orbite stellari vicino ai buchi neri supermassicci.
“La forza introdotta dai buchi neri in queste orbite stellari – spiega Ann-Marie Madigan, leader dello studio – ne cambia la forma. Alla fine, la stella raggiunge la posizione più vicina nei pressi del buco nero, prima di essere divorata.” In base al modello proposto da Madigan e colleghi, nel periodo di fusione post-galattica un buco nero supermassiccio sarebbe dunque in grado di ingoiare una stella all’anno. “La nostra previsione – commenta Heather Wernke, co-autrice dello studio – corrisponde a una frequenza circa 10mila volte maggiore di quanto si pensasse in precedenza”.