Lasciato alle spalle l’anno appena passato con un bilancio dei risultati raggiunti e delle tappe fondamentali che hanno scandito il 2018, eccoci pronti a volgere lo sguardo al 2019. Del resto quello spaziale è un ambito in cui si ragiona guardando al futuro. Da una parte perché i progetti spaziali non possono realizzarsi senza una visione capace di mantenere la propria valenza sul lungo periodo, dato che tra la concezione di una missione spaziale e la raccolta dei primi ‘frutti’ possono passare anche decenni, sempre che tutto vada come programmato. Dall’altra, è la stessa parola spazio che ci proietta in una dimensione che ci evoca un tempo che ancora ha da venire, che si tratti di scenari futuribili come la colonizzazione di Marte o di fantascientifici incontri ravvicinati di qualunque tipo.
Quello che verrà, è già stato detto più volte, sarà l’anno della Luna. Ma i festeggiamenti dei 50 anni dal primo passo dell’uomo su un altro corpo celeste non saranno solo le celebrazioni di una grande impresa che ha fatto la storia dell’umanità. Chi guarda alla Luna oggi non guarda al passato ma al futuro. Perché se fino a qualche anno fa ancora si dibatteva su quale dovesse essere la prossima tappa dell’esplorazione umana, se Luna, Marte o asteroidi, oggi tra le agenzie di tutto il mondo il parere è unanime. Con modalità e visioni diverse, – la più articolata è indubbiamente il Lunar Gateway della Nasa – Stati Uniti, Cina, Russia, Europa e India sostengono il ritorno alla Luna. Con l’invio di sonde automatiche, abitandone l’orbita con un avamposto cislunare, scendendo sulla sua superficie. L’Italia partecipa al progetto Lunar Gateway in particolare con lo sviluppo e la realizzazione del modulo di servizio della capsula Orion, che nell’aprile prossimo dovrebbe effettuare il secondo abort test in vista della prima missione lunare prevista per il 2020.
In concomitanza con le celebrazioni del 50esimo dell’allunaggio è prevista l’uscita del documentario Lunar City di Alessandra Bonavina realizzato con il patrocinio dell’Asi e della Nasa, secondo capitolo della trilogia spaziale della regista prodotta da Omnia Gold Studios.
Luglio sarà anche il mese della partenza di Luca Parmitano per la missione dell’Esa Beyond che porterà l’astronauta italiano per la seconda volta sulla Stazione spaziale per una missione di lunga durata, durante la quale svolgerà una lunga serie di esperimenti, sette di questi italiani.
L’Italia inaugurerà il nuovo anno spaziale con un lancio che vede il nostro paese doppiamente protagonista. A bordo di un ormai affermato vettore Vega, esempio di alta tecnologia spaziale made in Italy, partirà il satellite Prisma. Finanziato dall’Asi, Il satellite è dotato di un sensore ottico iperspettrale di nuova generazione per l’osservazione della Terra su scala globale.
Le immagini ottiche di Prisma potranno essere affiancate a quelle radar della costellazione Cosmo-SkyMed che proprio quest’anno vedrà la messa in orbita del primo satellite della seconda generazione, sempre a bordo al Vega. Insieme, la costellazione Cosmo e Prisma forniranno un valido ausilio alle attività della protezione civile e delle agenzie di protezione ambientale.
Il 2019 è anche l’anno che vedrà la città di Matera capitale della cultura. Per l’occasione aprirà le porte al pubblico il Centro di geodesia spaziale dell’Asi dove saranno ospitati una serie di appuntamenti nell’ambito del dossier Futuro Remoto.
In agenda tra gli eventi fondamentali per lo spazio italiano in cornice europea è il Consiglio Ministeriale dell’Esa Space19+ che si svolgerà a novembre 2019. Nel corso del summit i Paesi facenti parte dell’Agenzia europea, guidati dai Ministri nazionali competenti alle attività spaziali, sottoporranno le proprie proposte per il futuro dello spazio europeo, alcune di queste già analizzate durante l’incontro propedeutico che si è svolto nell’ottobre scorso. Un contesto in cui la rappresentanza del governo italiano insieme ai vertici dell’Asi, saranno chiamati a dare voce agli interessi spaziali del Paese, in una prospettiva di breve e ma anche di lungo periodo, che come detto, è propria dello spazio.