Per analizzare i cambiamenti climatici e per gestire allarmi derivanti da precipitazioni intense, le stazioni di monitoraggio sulla Terra possono fornire un valido aiuto. In mare, invece, non è così facile tenere sotto controllo le precipitazioni.
Attraverso i dati ottenuti dai segnali radar dai satelliti Gnss (Global Navigation Satellite System), un team internazionale di ricercatori ha sviluppato un nuovo approccio per monitorare le precipitazioni sugli oceani.
La tecnologia si chiama Reflectometria Gnss: si tratta di un innovativo metodo di rilevamento satellitare con un ampio spettro di applicazioni geofisiche, in grado di rilevare le precipitazioni e la velocità del vento attraverso il riflesso derivato dalle increspature del mare.
Finora si è ritenuto che i satelliti Gnss non fossero in grado di rilevare la ‘rugosità’ che si crea sulla superficie degli oceani a seguito di precipitazioni o forti venti, ma i risultati dello studio – pubblicati sulla rivista Geophysical Research Letters – hanno dimostrato il contrario.
«La nostra ricerca può servire come punto di partenza per lo sviluppo di un ulteriore metodo di monitoraggio delle piogge», ha commentato Milad Asgarimehr, autore principale dello studio. «Possiamo fornire informazioni sulle precipitazioni usando la riflettometria Gnss con una risoluzione temporale e una copertura spaziale senza precedenti».