Il telescopio Webb, che ha da poco festeggiato 3 anni di attività, ha scattato un’altra interessante immagine di un oggetto celeste, realizzandola in due versioni: protagonista del ritratto è la nebulosa planetaria Ngc 6072, che il telescopio ha osservato sia nel vicino infrarosso che nel medio infrarosso.
Le nebulose planetarie – che in realtà non hanno nulla a che fare con i pianeti – sono le spoglie di stelle giunte al finale; in tale fase, questa categoria di oggetti celesti rilascia gli strati più esterni, che vengono successivamente spazzati via dai venti stellari e subiscono l’influenza della radiazione ultravioletta proveniente dal nucleo della stella. In questo modo si crea una nebulosa di gas caldi e polveri, caratterizzata da colori intensi e brillanti e, in genere, da forme armoniose.
Ngc 6072, scoperta dall’astronomo inglese William Herschel nel 1837, è stata osservata da Webb con due differenti strumenti nell’infrarosso – NirCam (Near InfraRed Camera) e Miri (Mid-InfraRed Instrument) – che ne hanno messo in rilievo la struttura piuttosto complessa e disordinata.
Nella prima immagine (in alto), realizzata con NirCam, si nota che la nebulosa è multipolare, ovvero presenta differenti deflussi di materiale che si dipartono dal centro in varie direzioni. Secondo gli astronomi, questa peculiarità potrebbe essere dovuta alla presenza di almeno due stelle, di cui una più anziana che aveva già iniziato a emettere una parte dei suoi strati più esterni di gas e polveri. Inoltre, in una tonalità blu chiaro, si nota che il ‘cuore’ della nebulosa è illuminato dal nucleo stellare caldo, mentre in arancione scuro sono evidenziati gas e polveri i cui addensamenti sono interrotti da aree di colore blu scuro. Questi grumi potrebbero essere dovuti alla formazione di molecole dense, mentre erano schermate dalle radiazioni bollenti emanate dalla stella centrale.
La seconda immagine (sotto), invece, è stata realizzata con Miri e mette in risalto la stella che ha prodotto la nebulosa: un punto luminoso di colore rosa e bianco al centro di Ngc 6072. La sensibilità dello strumento, che ha fatto spiccare le polveri, ha altresì svelato degli anelli concentrici in espansione dalla regione centrale; il più evidente si spinge oltre i confini della nebulosa e potrebbe costituire un’ulteriore prova della presenza di una seconda stella. Infine, le aree di colore rosso nella foto firmata da NirCam e le aree blu in quella di Miri rappresentano il gas molecolare freddo (probabilmente idrogeno molecolare), mentre il gas ionizzato caldo è situato nelle regioni centrali.
Quale sarà il destino di Ngc 6072? Quando la stella centrale si raffredderà e comincerà a svanire, la nebulosa inizierà a dissolversi nel mezzo interstellare, contribuendo alla formazione di materiale arricchito di elementi pesanti che poi andrà a formare nuovi astri e sistemi planetari.
In alto: la nebulosa planetaria Ngc 6072 vista da NirCam
In basso: la nebulosa planetaria Ngc 6072 vista da Miri (Crediti per ambedue le foto: Nasa, Esa, Csa e StScI)