Il sistema di paracadute della missione ExoMars, il più complesso mai progettato per un atterraggio su Marte, è stato testato con successo in condizioni simili a quelle marziane. Il test si è svolto il 7 luglio presso il centro spaziale Esrange, in Svezia, dove un pallone stratosferico a elio ha sollevato un modulo di discesa fino a quasi 30 chilometri di altitudine. A quell’altitudine, l’atmosfera terrestre presenta caratteristiche simili a quelle che il modulo incontrerà durante l’ingresso nella sottile atmosfera di Marte. Dopo circa 20 secondi di caduta libera, i due paracadute principali sono stati dispiegati in sequenza, permettendo di testare in modo realistico le prestazioni del sistema. L’atterraggio su Marte rappresenta una fase delicata della missione: in soli sei minuti, il veicolo dovrà passare da una velocità di circa 21.000 chilometri orari a una compatibile con un atterraggio morbido, indispensabile per proteggere il carico, il rover Rosalind Franklin. Per garantire un rallentamento efficace, ExoMars impiega un sistema integrato che combina uno scudo termico, due paracadute principali con relativi paracadute pilota e un sistema di retrorazzi che si attiva negli ultimi 20 secondi della discesa. Il primo paracadute, con un diametro di 15 metri, è basato su un modello utilizzato nella missione Cassini-Huygens su Titano. Il secondo, di 35 metri, è il più grande mai progettato per operare su Marte. Lo sviluppo di questo sofisticato sistema di paracadute è frutto di una collaborazione europea. L’Agenzia Spaziale Italiana coordina il contributo italiano alla missione sia dal punto di vista scientifico che industriale, supportando la realizzazione della strumentazione e delle tecnologie chiave.
Crediti foto: ESA