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Tra pochi giorni festeggerà due mesi dal lancio, avvenuto il 29 aprile scorso, e pur trovandosi ancora in fase di commissioning ha già avuto l’opportunità di dimostrare le sue capacità: stiamo parlando di Biomass, satellite dell’Esa progettato per misurare la biomassa forestale e lo scambio di carbonio.

In occasione del Living Planet Symposium, promosso dall’ente spaziale europeo e in corso da ieri a Vienna, sono state rese note le prime immagini realizzate da Biomass; questa missione fa parte di Earth Explorer, un programma Esa costituito da una serie di satelliti ideati per osservare i sistemi-chiave della Terra.

Biomass ha a bordo uno strumento mai inviato precedentemente nello spazio: un radar ad apertura sintetica in banda P che, con una lunghezza d’onda di 70 centimetri, è in grado di oltrepassare sia le nuvole, sia le chiome degli alberi. In questo modo, il satellite può acquisire informazioni dettagliate sulla biomassa, vale a dire la materia ‘legnosa’ presente nelle aree boschive dove si concentra la maggior parte del carbonio. Dalle prime immagini, inoltre, emerge un dettaglio interessante: il satellite non si è limitato a scandagliare le foreste, ma è stato in grado di rilevare altri dettagli dei territori osservati: di conseguenza, potrà raccogliere una vasta messe di informazioni che contribuiranno a delineare un quadro maggiormente preciso anche degli ambienti più estremi.

Il primo scatto ‘firmato’ da Biomass ha inquadrato parte della Bolivia, una nazione dove si è verificato un intenso processo di deforestazione soprattutto per ricavare nuovi terreni agricoli. La foto è stata realizzata utilizzando i differenti canali di polarizzazione dello strumento radar in modo che ogni colore rappresenti le singole caratteristiche del territorio. Ad esempio, il verde indica la foresta pluviale, il rosso le golene e le zone umide, il blu/viola le praterie e il nero laghi e corsi d’acqua. La seconda immagine del set mette a confronto il panorama appena descritto con uno realizzato nella stessa area da Sentinel-2 del programma europeo Copernicus: Biomass ha potuto caratterizzare l’intera struttura forestale, mentre Sentinel-2 ha ripreso solo la parte superiore della copertura boschiva.

L’immagine successiva – la prima acquisizione di Biomass in assoluto – mostra la foresta pluviale amazzonica nel nord del Brasile. Anche in questo caso, i differenti colori sono indicativi delle varie caratteristiche della zona: in rosa le zone umide, in rosso le golene e in verde la densa copertura boschiva dove spiccano terreni accidentati che non sono sfuggiti allo sguardo acuto del satellite.

Con la quarta foto ci spostiamo in Indonesia, dove Biomass ha osservato la foresta pluviale di Halmanera, che si estende su terreni montuosi in parte di origine vulcanica; anche in questo caso il satellite è riuscito a cogliere i particolari topografici dell’area, visto che è riuscito a ‘vedere’ il suolo su cui sorge la foresta. Il fiume Ivindo, in Gabon (Africa) è il protagonista della quinta immagine in cui prevale il colore verde che è indicativo di una fitta foresta pluviale dove si trovano delle aree accidentate individuate dal satellite.

Le ultime due foto mostrano chiaramente come Biomass possa essere capace di studiare altri aspetti del nostro pianeta: nella prima, il satellite ha osservato le strutture di parte del deserto del Sahara in Ciad con la catena del Tibesti, mentre nella seconda ha inquadrato i Monti Transantartici e il ghiacciaio Nimrod che scorre verso la piattaforma glaciale Ross.

In alto: il territorio boliviano visto da Biomass (Crediti: Esa)