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Due diversi aspetti della superficie del Pianeta Rosso colti nella stessa immagine dall’obiettivo della sonda Mars Express dell’Esa: il soggetto ritratto dallo strumento Hrsc (High Resolution Stereo Camera) è una regione nota come Acheron Fossae, situata nel quadrante Diacria di Marte. L’area, infatti, mostra sia un terreno accidentato e segnato da crateri e altre tracce frutto di una passata attività geologica, sia una zona levigata, che è stata modellata dalla lava nel corso degli anni.

Le Acheron Fossae si trovano relativamente vicine a due vulcani, l’Olympus Mons e l’Alba Mons, che hanno contribuito a definire il suo aspetto attuale, unitamente ad antiche tensioni prodotte dai movimenti nella crosta di Marte. La particolare morfologia di questa regione presenta anche dei graben: con questo termine tecnico si designa una fascia di terreno sprofondata tra due faglie parallele, che si forma quando la crosta vive una fase di tensione. Secondo gli studiosi, i graben si sarebbero formati circa 4 miliardi di anni fa.

Al centro dell’immagine spicca una porzione di terreno senza ‘rughe’: si tratta della parte iniziale di una serie di pianure geologicamente giovani che si diramano dalle Acheron Fossae. Questa spianata si è formata, probabilmente, in seguito al passaggio di un flusso di lava emesso dall’Alba Mons, che ha cancellato le formazioni rocciose e le fenditure preesistenti. L’attività vulcanica di quest’area sarebbe confermata anche da un terzetto di strutture coniche situate all’interno della complessa rete dei graben: questi probabili antichi vulcani sono stati ‘tagliati’ dai graben, quando la crosta di Marte è stata soggetta a fratture e deformazioni.

Mars Express, lanciata nel 2003, vanta un significativo contributo italiano. Infatti, tra gli strumenti imbarcati sulla sonda l’Agenzia Spaziale Italiana ne ha forniti due a Pi nazionale: lo spettrometro di Fourier Pfs per lo studio dell’atmosfera e il radar subsuperficiale Marsis (Mars Advanced Radar for Subsurface and Ionosphere Sounding), realizzato con il contributo del Jpl della Nasa. Inoltre, fanno parte del contributo italiano la parte visibile, Vnir, dello spettrometro Omega (con Pi francese) e l’elettronica dello strumento di imaging di atomi neutri energetici Aspera. È italiano anche uno degli scienziati interdisciplinari, Ids, e ci sono scienziati italiani anche nel team della già citata fotocamera Hrsc.

 

In alto: le Acheron Fossae viste dalla sonda Mars Express (Crediti: Esa/Dlr/Fu Berlin) – L’immagine nelle sue dimensioni originali a questo link.