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Alle 20 e 47 dell’8 settembre scorso si è disintegrato rientrando sulla Terra il primo dei 4 satelliti della costellazione ‘Cluster’, ormai in via di dismissione.
Per l’occasione, l’Ente spaziale Europeo ha seguito il rientro da una distanza relativamente breve, usando per la prima volta un aereo dotato di apparecchiature per raccogliere dati specifici durante l’attraversamento atmosferico, specialmente nel momento in cui il satellite si frantuma.
Malgrado siano circa 10mila i satelliti ricaduti sulla Terra a fine missione, senza creare problemi, alcuni processi e dinamiche coinvolte restano ancora da chiarire.
Grazie all’osservazione ravvicinata, l’Esa può finalmente scoprire cosa avviene nei dettagli, acquisendo informazioni preziose per migliorare i rientri futuri, sia in termini di sicurezza che di sostenibilità.

La costellazione Cluster è stata una delle missioni storiche dell’Agenzia Spaziale Europea.
Era composta da 4 satelliti identici, dei veri e propri minilaboratori orbitanti posti a distanze prestabilite per lavorare in squadra e produrre mappe tridimensionali.
Le finalità di ‘Cluster’ sono state quelle di studiare a fondo gli effetti del vento solare sul nostro pianeta e le interazioni con il campo magnetico terrestre, operando tra i 200 e i 18mila chilometri di altitudine direttamente all’interno delle zone più critiche, come le cuspidi polari o la magnetocoda.
Cluster si può considerare ben più che un successo, si tratta di un vero e proprio vanto tra le attività dell’agenzia spaziale europea: partita nel 2000 con una durata prevista di 2 anni, la missione ha servito egregiamente per ben 24, permettendoci di studiare in modo approfondito due cicli completi dell’attività solare.

Il lungo lavoro di Cluster è parte di una ricerca molto più estesa e profonda sulla magnetosfera e sull’attività solare, che si affianca al lavoro del Solar Orbiter, dei satelliti Swarm, dell’osservatorio orbitante Soho e delle passate missioni Double Star e Ulysses.
Grazie a questo grande impegno di ricerca e analisi, in opera da decenni, l’Esa si può considerare leader mondiale nello studio dell’Eliofisica e della meteorologia spaziale.

Crediti video: Esa, Nasa
Musiche: Space Journey – Hartzmann