I movimenti delle bande di Giove, le strisce colorate che contraddistinguono l’aspetto del pianeta, sono continuo oggetto di studio da parte dei ricercatori.

«Le bande scure e le bande chiare, viste un po’ più da vicino, sono nuvole portate da venti straordinariamente forti. Vicino all’equatore, il vento soffia verso est ma quando cambia un po’ la latitudine, avanza verso ovest. E poi se ci si allontana ancora, il vento soffia di nuovo verso est. Questo schema alternato di venti è molto diverso da quello che si osserva sulla Terra – ha spiegato Chris Jones, professore alla School of Mathematics dell’Università di Leeds nel Regno Unito e uno degli autori dello studio pubblicato su Nature Astronomy – Inoltre, ogni quattro o cinque anni, l’intero modello meteorologico cambia, inclusi i colori delle bande».

Gli scienziati sanno già che l’aspetto mutevole di Giove è in qualche modo legato alle variazioni nell’infrarosso, e cioè alla propagazione dell’energia del campo elettromagnetico, a circa 50 chilometri sotto la superficie del gigante gassoso. La nuova ricerca lo ha dimostrato: le variazioni potrebbero a loro volta essere causate dalle onde prodotte dal campo magnetico all’interno del pianeta.

L’indagine è stata condotta con i dati della sonda Juno della Nasa (ad ampia partecipazione italiana, grazie all’impegno dell’ASI) che dal 2016 calcola le variazioni del campo magnetico di Giove. Inizialmente programmata fino al 2018, la missione è stata prolungata grazie alla straordinaria resistenza della sonda tra le radiazioni del pianeta e questo ha permesso di monitorare le alterazioni del campo magnetico su un periodo più lungo.

«I movimenti ondulatori del campo magnetico di un pianeta sono chiamate oscillazioni torsionali – ha detto Jones – La cosa che ci ha stupito è che quando abbiamo calcolato i periodi di queste oscillazioni torsionali, questi corrispondevano ai periodi che si vedono nella radiazione infrarossa su Giove».

Osservando un punto specifico del campo magnetico di Giove chiamato Great Blue Spot, gli scienziati hanno inizialmente osservato lo spostamento verso est. Gli ultimi dati mostrano però che il moto sta rallentando e il team ipotizza che si tratti dell’inizio di un’oscillazione: il movimento rallenta prima di invertire e iniziare a dirigersi verso ovest.

«Rimangono incertezze e domande, in particolare come esattamente l’oscillazione torsionale produca la variazione infrarossa osservata – ha detto Kumiko Hori, coautore dello studio – Probabilmente riflette le dinamiche complesse e le reazioni delle nuvole. Ci sarà bisogno di ulteriori ricerche. Tuttavia, spero che il nostro documento possa aprire una finestra per sondare l’interno nascosto e profondo di Giove, proprio come fa la sismologia per la Terra e l’eliosismologia per il Sole».

 

Immagine in evidenza: le evidenti variazioni nell’infrarosso sulla banda equatoriale di Giove tra maggio e dicembre del 2011 – Crediti: Arrate Antuñano/Nasa/Irtf/NsfCam/SpeX