Un gruppo di scienziati dell’Università di Chicago e del Fermi National Accelerator Laboratory ha realizzato una delle misurazioni più precise mai effettuate sulla distribuzione della materia nell’Universo. Lo studio – suddiviso in tre articoli pubblicati il 31 gennaio su Physical Review D. – ha coinvolto più di 150 ricercatori, che hanno messo insieme i dati raccolti dal Dark Energy Survey e dal South Pole Telescope.

Nello specifico, subito dopo il Big Bang la materia si è diffusa nell’Universo, raffreddandosi e ammassandosi verso l’esterno. Gli astronomi sono particolarmente interessati a comprendere il percorso di quest’ultima e a scoprire quali forze siano entrate in gioco nel corso di miliardi di anni di formazione.

Grazie ai dati combinati dei due osservatori, gli scienziati hanno ridotto notevolmente la possibilità di errori nelle misurazioni. Le analisi si sono concentrate su un fenomeno chiamato lente gravitazionale, ovvero la distribuzione di materia – come una galassia o un buco nero – in grado di curvare la traiettoria della luce in transito in modo analogo a una lente ottica.

Questo metodo cattura sia la materia ordinaria sia quella oscura, che viene rilevata solo a causa dei suoi effetti sulla prima. I risultati della ricerca evidenziano che l’Universo è meno ‘grumoso’ del previsto: la materia è concentrata in determinate aree e non è distribuita uniformemente. Secondo gli astronomi, queste conclusioni indicano che mancano dei tasselli fondamentali per completare l’attuale modello di evoluzione del cosmo. Tuttavia, l’analisi rappresenta una pietra miliare nel settore della cosmologia, in attesa delle scoperte che verranno messe a punto dagli osservatori da terra e dallo spazio nel futuro.

Crediti foto: Andreas Papadoupulos