Poco più di un anno fa, nei cieli della Contea di Gloucestershire in Inghilterra, è apparsa una palla di fuoco. Si trattava del meteorite Winchcombe che poi si è schiantato a terra.

Un meteorite che apre nuovi scenari sull’origine degli oceani e della vita sul nostro pianeta.

In uno studio pubblicato su Science Advances, sono stati uniti i dati di cinque network che studiano i meteoriti nel Regno Unito e le competenze e i software della Western University in Canada; inoltre, la tempestività del recupero e i video delle telecamere di sorveglianza e dei cittadini che si sono fermati a filmare l’evento, hanno reso Winchcombe uno dei meteoriti di cui si hanno più notizie, inaugurando, di fatto, un metodo di osservazione più completo.

«Queste tecniche e tecnologie ci hanno permesso di individuare esattamente dove ha avuto origine questo oggetto – ha detto Denis Vida dell’Istituto per l’esplorazione dello Spazio e della Terra alla Western University – Abbiamo sviluppato un nuovo metodo che ci consente di combinare osservazioni sia professionali che amatoriali. I video della palla di fuoco raccolti dagli appassionati di astronomia, tra cui il Global Meteor Network, hanno fatto una grande differenza».

L’analisi del meteorite mostra che Winchcombe è una rara condrite carbonacea. Il campione contiene circa l’11% di acqua extra-terrestre, la maggior parte della quale è racchiusa nei minerali che si sono formati sull’asteroide madre durante le reazioni chimiche nelle prime fasi del Sistema Solare. Misurando il rapporto degli atomi d’idrogeno nell’acqua del meteorite, i ricercatori hanno trovato un’omogeneità con la composizione dell’acqua terrestre.

Le analisi chimiche mostrano inoltre la presenza di aminoacidi, molecole prebiotiche fondamentali per l’origine della vita. Considerando che l’oggetto è stato raccolto a poche ore dallo schianto, e quindi non è stato modificato dall’ambiente terrestre, secondo Ashley King, autore dello studio, lo rende «uno dei meteoriti più incontaminati disponibili per le analisi, che offre agli scienziati uno sguardo sulla composizione originale del sistema solare 4,6 miliardi di anni fa». Pertanto, potrebbe indicare che gli asteroidi carboniosi abbiano svolto un ruolo chiave nel fornire gli ingredienti necessari per la formazione degli oceani e della vita sulla Terra primordiale.

Winchcombe è anche uno dei meteoriti più fragili sopravvissuti al passaggio in atmosfera: «Gli oggetti carboniosi costituiscono oltre il 30% degli asteroidi che vediamo sfrecciare sopra la Terra, ma solo il 2% viene ritrovato perché sono incredibilmente deboli e si disintegrano nell’atmosfera – ha spiegato Vida – E’ quindi un campione di asteroide molto simile a quelli che potremmo ottenere da missioni come Hayabusa-2 o Osirix-Rex, ma senza le ingenti spese di una missione spaziale».

Grazie alla somma delle osservazioni raccolte, Winchcombe è il meteorite di cui si conosce meglio la storia orbitale. Combinando i filmati con le analisi chimiche, gli scienziati hanno calcolato che l’oggetto è ‘partito’ dalla superficie di un asteroide vicino a Giove e che ha viaggiato verso Terra per un milione di anni. Il viaggio di un oggetto attorno al Sole prima di arrivare sulla Terra (orbite pre-atmosferiche) è registrato in meno dello 0,1% dei meteoriti raccolti fino ad ora.

Campioni di Winchcombe sono esposti al pubblico presso il Museo di Storia Naturale della Contea dove è ‘atterrato’.

 

Immagine in apertura: frammento di Winchcombe – Museo di Storia Naturale a Londra