Sono dei ‘pesi massimi’ per dimensioni e luminosità e sovrastano le ‘colleghe’ con cui condividono una similarità nelle temperature: si tratta delle stelle giganti, protagoniste di una corposa mappatura che si presenta come una delle più accurate e complete nel suo genere.
I risultati di questa indagine sono stati illustrati in un recente studio di The Astrophysical Journal (articolo: “Direct Measurements of Giant Star Effective Temperatures and Linear Radii: Calibration against Spectral Types and V – K Color”); l’attività è stata svolta da un gruppo di scienziati statunitensi coordinato dal Lowell Observatory, storico osservatorio dell’Arizona da cui nel 1930 Clyde Tombaugh fece la scoperta di Plutone.
Un censimento non è novità per le stelle ‘extralarge’: tra il 1997 e il 2008 un primo tentativo è stato effettuato con i dati dell’interferometro Palomar Testbed, struttura che si trovava preso l’osservatorio Palomar in California. La messe di dati ottenuti per questa survey è stata successivamente integrata con ulteriori indagini, svolte appunto presso l’osservatorio Lowell.
Il team della ricerca ha analizzato 191 stelle giganti, misurandone direttamente le temperature e le dimensioni; l’accuratezza delle misurazioni, secondo gli autori del saggio, è da due a quattro volte superiore rispetto a quella di mappature precedenti.
I motivi di interesse per questa categoria di astri sono molteplici e dai dati raccolti sarà possibile ricavare applicazioni utili per ulteriori approfondimenti riguardanti, ad esempio, il destino finale del Sole e gli esopianeti che orbitano intorno a questi colossi.
Per quanto riguarda questi mondi lontani, il censimento potrà essere utilizzato per ricavare le dimensioni di quelli che popolano i sistemi degli astri giganti: partendo da misurazioni più accurate sui parametri delle stelle, si potrà giungere a risultati migliori nelle indagini sui loro esopianeti.
Nel caso del Sole, l’estrema precisione delle misurazioni effettuate potrà essere utilizzata per creare nuovi modelli sui cicli di vita degli astri oppure migliorare quelli esistenti. Secondo le attuali previsioni, il Sole diventerà una stella gigante tra circa cinque miliardi di anni, quando si ‘gonfierà’ da 10 a 100 volte rispetto alle sue abituali dimensioni. Il gruppo di lavoro ritiene che i nuovi dati possano essere di grande importanza non solo per avere un’idea più chiara dell’epilogo della nostra stella, ma anche per seguire l’andamento dei processi fisici sottesi alla sua attività.
In alto: alcune stelle giganti a confronto con il Sole (Crediti: Lowell Observatory)