Solar Orbiter ha sorvolato la Terra e ora è pronta a dare il via alla fase scientifica della sua missione. Il flyby della sonda Esa è stato effettuato il 27 novembre alle 5.30 del mattino e la navicella si è trovata nel punto di massimo avvicinamento al nostro pianeta, a soli 460 chilometri sopra il Nord Africa e le Isole Canarie.
Durante il sorvolo Solar Orbiter ha attraversato due regioni orbitali, ognuna delle quali è popolata da detriti spaziali. La prima è l’anello geostazionario dei satelliti a 36.000 chilometri, mentre la seconda è la fascia in orbita bassa, a circa 400 chilometri di altezza. Il team operativo di Solar Orbiter ha monitorato la situazione con attenzione per poter modificare la traiettoria della sonda per tempo.
il flyby offre un’opportunità unica per studiare il campo magnetico terrestre e l’interazione con le particelle altamente energetiche trasportate dal vento solare. I dettagli di queste interazioni vengono studiati da due missioni dell’Esa: i quattro satelliti Cluster, a 60.000 chilometri di altitudine e i tre satelliti Swarm, a 400 chilometri. Nel dettaglio, Solar Orbiter è entrata nel campo magnetico terrestre e si è avvicinata all’orbita di Swarm per poi allontanarsi di nuovo. Così facendo ha collezionato una serie di dati utili per lo studio del campo magnetico.
Il flyby segna una tappa fondamentale per Solar Orbiter. Dopo aver testato la sua strumentazione per diversi mesi, la sonda è in fase di crociera dal luglio 2020. Durante questo periodo, gli strumenti in situ hanno effettuato misurazioni del vento solare e dell’ambiente intorno al veicolo spaziale, mentre quelli dedicati al telerilevamento, progettati per osservare il Sole, sono stati calibrati.
«Comincia ora la fase nominale della missione – commenta Denise Perrone, ricercatrice Asi e project scientist per Swa – che, visti i già numerosi risultati scientifici ottenuti durante la sua fase di crociera, ci aspettiamo regali a tutta la comunità scientifica internazionale grandissime soddisfazioni».
A marzo, Solar Orbiter effettuerà il suo secondo passaggio ravvicinato al Sole. Il primo perielio, che ha portato la sonda ad avvicinarsi a soli 77 milioni di chilometri dalla nostra stella, è stato completato a giugno 2020. Nel corso del suo secondo sorvolo del Sole, Solar Orbiter si avvicinerà ancora di più – a circa 50 milioni di chilometri – e metterà alla prova la sua suite di strumenti.
«Durante la fase nominale – afferma Marco Stangalini, project scientist dell’Asi per lo strumento Metis – la sonda si avvicinerà ancora di più al Sole e ciò permetterà agli strumenti di remote sensing di catturare immagini ancora più dettagliate dell’atmosfera solare da una distanza ravvicinata mai raggiunta prima».
Una delle sfide scientifiche sarà rappresentata dallo studio dei campfires, brillamenti solari in miniatura già osservati dalla sonda durante il primo perielio. I campfires potrebbero aiutare gli scienziati a svelare uno dei grandi misteri della fisica solare: la differenza di temperatura tra la corona e la superficie del Sole.
Lanciata il 10 febbraio 2020, Solar Orbiter effettuerà misurazioni approfondite grazie a una suite composta da 10 strumenti. Tra questi figurano il coronografo Metis, realizzato dall’Agenzia Spaziale Italiana in collaborazione con l’Inaf e il Cnr, diverse università italiane e istituti di ricerca sparsi in tutto il mondo, la Dpu (Data Processing Unit) di Swa (Solar Wind Analyser) e il software di Stix (Spectrometer/Telescope for Imaging X-rays) rilevatore di raggi X.
Crediti foto e video: Esa