I cacciatori di esopianeti hanno individuato migliaia di mondi lontani, la maggior parte in orbita vicino alle stelle che li ospitano. Al contrario, i pianeti fluttuanti, che non sono legati ad alcun astro, sono relativamente difficili da studiare. Molti astronomi credono che questi corpi celesti siano più comuni di quanto ipotizzato, ma ad oggi le nostre tecniche di ricerca non sono state all’altezza del compito di localizzarli.

Ora la Nasa, grazie alla missione Cleopatra (Contemporaneous Lensing Parallax e Autonomous Transient Assay), vuole riuscire ad individuare questi pianeti erranti grazie all’effetto parallasse – l’apparente spostamento nella posizione di un oggetto in primo piano visto dagli osservatori in luoghi leggermente diversi –  per calcolare la distanza tra pianeti e stelle. La stessa tecnica, insieme a quella del microlensing, verrà utilizzata dal telescopio Nancy Grace Roman Space Telescope che sarà lanciato nel 2025.

Oltre a Cleopatra, verrà sfruttato anche il telescopio terrestre Prime-focus Infrared Microlensing Experiment (Prime), che si servirà di una camera con quattro rivelatori per stimare la massa dei pianeti individuati con il Nancy Grace e con Cleopatra. Quest’ultima porterà con sé anche il Rapid Machine Learned Triage (Ramjet), un particolare tipo di intelligenza artificiale che verrà utilizzato per elaborare calcoli complessi e in grado di imparare attraverso gli esempi.