La Terra potrebbe essere osservata da altri sistemi stellari come un punto azzurro che transita davanti al Sole: è questa la situazione prospettata da uno studio appena pubblicato su Nature (articolo: “Past, present and future stars that can see Earth as a transiting exoplanet”).
L’indagine, curata da scienziati della Cornell University e dell’American Museum of Natural History, si è basata sui dati di Gaia, la missione dell’Esa lanciata nel 2013 con l’obiettivo di realizzare una mappa tridimensionale della Via Lattea.
Gli studiosi hanno identificato 2034 sistemi stellari ‘vicini’ – collocati entro una distanza di 326 anni luce – da cui il nostro pianeta potrebbe essere scrutato; nello specifico, 1715 sistemi avrebbero goduto di questa ‘veduta’ in passato, sin dai tempi della fioritura della civiltà umana, mentre altri 319 potrebbero vivere la stessa esperienza nei prossimi 5mila anni.
Questi elementi sono emersi dai dati raccolti da Gaia, che hanno permesso agli autori del saggio di approfondire le posizioni e i movimenti delle stelle e di verificare quali di esse entrino ed escano dall’area definita ‘zona di transito terrestre’ (Etz – Earth Transit Zone) e per quanto tempo vi rimangano: il dinamismo degli astri, infatti, fa sì che il ‘posto in prima fila’ per vedere la Terra non possa essere mantenuto per sempre.
Con i dati di Gaia, gli studiosi hanno quindi potuto rivolgere lo sguardo avanti e indietro nel tempo per vedere dove le stelle erano localizzate in epoche remote e dove stanno andando. Tra i 2034 sistemi che sono passati e passano nella zona di transito terrestre, nell’arco di tempo preso in considerazione per la ricerca (10mila anni), 117 si trovano entro una distanza di 100 anni luce dal Sole e, in questo sottogruppo, 75 sono nella Etz da circa un secolo.
Sette sistemi, tra i 2034, ospitano degli esopianeti: questi mondi lontani, quindi, hanno avuto o avranno l’opportunità di ‘individuare’ il nostro pianeta mentre passa davanti al Sole, esattamente come gli scienziati della Terra fanno con essi quando transitano di fronte alle loro stelle.
Ad esempio, il sistema di Ross 128, che ha un esopianeta di dimensioni simili alla Terra, si trova ad una distanza di circa 11 anni luce. Da questo corpo celeste sarebbe stato possibile ‘vedere’ il nostro pianeta per 2158 anni di seguito, cominciando circa 3057 anni fa; da 900 anni a questa parte, il privilegiato punto di vista è stato perduto.
Un altro sistema vicino (45 anni luce) è il celebre Trappist 1, che ospita sette pianeti di dimensioni simili alla Terra, di cui quattro nella zona abitabile; da essi non sarà possibile rivolgere lo sguardo verso di noi fino a quando il loro movimento non li porterà nella Etz, tra ben 1642 anni. Gli studiosi hanno calcolato che questa posizione sarà mantenuta per 2371 anni.
La missione Gaia vede coinvolto anche il nostro Paese con un contributo di eccellenza al Data Processing and Analysis Consortium (Dpac), tramite l’Agenzia Spaziale Italiana e l’Istituto Nazionale di Astrofisica.
In alto: elaborazione artistica della Terra come se fosse vista da un altro pianeta (Crediti: OpenSpace/American Museum of Natural History)