Fruscii, scricchiolii e suoni metallici: rumori che farebbero scattare un campanello d’allarme se emessi da una comune automobile, ma che sono nella norma per il tipo di mezzo da cui provengono e l’ambiente in cui esso si sta muovendo. Il veicolo chiassoso in questione è il rover Perseverance, che lo scorso 18 febbraio è giunto su Marte. Il suo sistema audio Edl (Entry, Descent, and Landing), entrato in azione durante le manovre di discesa ed atterraggio, è rimasto operativo anche dopo e ha consentito di registrarne i ‘passi’ durante una ‘camminata’ di oltre 27 metri, svoltasi lo scorso 7 marzo; dalle registrazioni sono stati ricavati due file audio, resi pubblici ieri.
Il primo (durata 16 minuti e 21 secondi) permette di ascoltare il cammino di Perseverance nel cratere Jezero: i rumori sono prodotti dall’interazione tra il sistema di movimento del rover e la superficie del Pianeta Rosso e sono accompagnati da un suono acuto e stridente, che il team della missione sta analizzando per capirne l’origine. Lo stridio potrebbe dipendere da un’interferenza elettromagnetica, prodotta da uno dei dispositivi elettronici di Perseverance; tra l’altro, il sistema Edl non era stato predisposto per operazioni sul suolo di Marte e, per questo utilizzo inconsueto, ha effettuato solo test limitati.
Il secondo file, invece, è una breve raccolta di suoni (durata 1 minuto e 25 secondi), tratta dal primo; i tecnici lo hanno realizzato combinando tre segmenti diversi, sottoposti poi ad un processo di revisione per rimuovere parte del rumore di fondo.
Altre registrazioni sono in programma e verranno effettuate durante le attività scientifiche del rover, che, esplorando il terreno marziano, andrà a caccia di antiche tracce di vita. Da questi file audio gli studiosi potranno ricavare importanti informazioni, come, ad esempio, quelle sulla struttura e sulla composizione delle rocce. Secondo gli scienziati, l’analisi dei suoni può dare un valore aggiunto alle attività di ricerca di Perseverance: la dimensione sonora, infatti, è completamente differente rispetto a quella visiva e consente di indagare l’ambiente di Marte da un punto di vista inedito.