Mentre l’esplorazione spaziale guarda al ritorno sulla Luna in vista del futuro sbarco su Marte, l’astronomia continua a studiare gli ‘ingredienti’ cosmici che dovranno affrontare gli astronauti del futuro. Tra questi, al primo posto ci sono le radiazioni che si scatenano nell’universo fuori dal bozzolo protettivo dell’atmosfera terrestre. Questi ‘proiettili’ spaziali costituiscono un potenziale pericolo per la salute degli astronauti.
Comprendere la natura dei raggi cosmici è fondamentale per essere preparati ai futuri viaggi di equipaggi nello spazio profondo. Gli scienziati sanno che la maggior parte di queste radiazioni ha origine nel cosiddetto ‘universo violento’: buchi neri, stelle di neutroni, resti di supernova. Le supernove in particolare sono state individuate da diversi studi come le principali responsabili dello sprigionamento dei raggi cosmici. Un fenomeno che avviene quando questi resti di stelle diventano troppo massicci per sostenere la fusione che avviene nei loro nuclei, ed esplodono drammaticamente.
Ora una team di scienziati giunge invece a una conclusione diversa e inaspettata: le supernove, capaci di divorare interi sistemi planetari, non sarebbero da sole ‘abbastanza forti’ per produrre i raggi cosmici. Secondo la ricerca, guidata da Michigan Technological University e pubblicata in due articoli apparsi su Nature Astronomy e Astrophysical Journal Letters, le culle dei raggi cosmici sono gli ammassi stellari. Si tratta di gruppi stelle molto densi, che a differenza delle supernove sarebbero in grado di impregnare alle particelle cosmiche l’energia cinetica raggiunta dai raggi cosmici ad altissima energia.
Gli scienziati sono giunti a questa conclusione analizzando una grande quantità di dati, ad esempio quelli raccolti dall’osservatorio High-Altitude Water Cherenkov vicino a Puebla, in Messico. Serviranno altri studi per confermare questa ipotesi. Ma se davvero i raggi cosmici avessero origine dagli ammassi stellari saremmo di fronte a un potenziale cambio di paradigma per lo studio dell’universo ad alte energie.