ACCESSO ALLO SPAZIO/L’agenzia spaziale americana ha annunciato che continuerà a utilizzare la navetta Soyuz per il trasporto dei suoi astronauti verso la Iss fino all’inizio del 2020

Fulvia Croci 28 maggio 2018

Chissà come vedeva Alan Bean il futuro dell’esplorazione umana dello spazio, lui che fu il quarto uomo a camminare sulla luna. Perché se da una parte la Nasa celebra la scomparsa di uno dei pionieri dello spazio americano, dall’altra conta i giorni che la separano dalla riconquista dell’autonomia nel trasporto di astronauti in orbita, per sganciarsi dalla dipendenza dai voli russi. La Nasa, in una notizia diffusa oggi, ha annunciato che continuerà a utilizzare la navetta Soyuz per il trasporto dei suoi astronauti verso la Iss fino all’inizio del 2020, quando avverrà il debutto del Commercial Crew Program, che prevede l’utilizzo delle capsule Cts-100 Starliner di Boeing e Dragon di Space X.

Gli ultimi voli della Nasa con Soyuz erano finora previsti per la fine del 2018: in questo caso, la Nasa sarebbe stata assente dalla Iss per un anno, fino all’entrata in servizio delle due navette. L’agenzia americana aveva modificato nel frattempo il contratto stipulato con Boeing con  l’opzione di trasformare il primo  volo di test in un volo di servizio.

La modifica include l’aggiunta di un terzo astronauta e l’estensione del periodo di permanenza della navetta sulla Iss da due settimane a sei mesi: un ulteriore escamotage per mitigare gli effetti di eventuali ritardi nello sviluppo. La Boeing, sembra riporre piena fiducia nel futuro e ha dichiarato per mezzo del suo portavoce che la Starliner sarà pronta nei termini stabiliti con la Nasa, in tempo per far volare in sicurezza gli astronauti americani.