Torna a far parlare di sé Ltt 9779b, l’esopianeta dalle caratteristiche inedite che ha costretto gli astronomi a creare una nuova famiglia planetaria: questa volta, il corpo celeste – designato come ‘Hot Neptune’ (Nettuniano caldo) – si è guadagnato gli onori della cronaca per uno studio dedicato alla sua atmosfera, appena pubblicato su The Astrophysical Journal Letters (articolo: “Phase Curves of Hot Neptune LTT 9779b Suggest a High-metallicity Atmosphere”).
L’indagine, condotta da un gruppo internazionale di astronomi coordinato dall’Università del Kansas, si è basata sui dati di due missioni ‘targate’ Nasa: il ‘cacciatore’ di esopianeti Tess, lanciato nell’aprile 2018, e il telescopio spaziale Spitzer, messo a riposo lo scorso 30 gennaio. Il team della ricerca – per la prima volta – ha realizzato una caratterizzazione spettrale dettagliata dell’atmosfera del singolare esopianeta e ha delineato anche una panoramica globale della sua temperatura. L’Hot Neptune, che si trova a 260 anni luce dalla Terra e orbita intorno ad una stella simile al nostro Sole (Ltt 9779) rappresenta davvero una rarità: infatti, ‘risiede’ nel cosiddetto ‘deserto nettuniano’, vale a dire un’area dello spazio in cui non si dovrebbero trovare mondi con dimensioni simili a quelle dell’ottavo pianeta del Sistema Solare.
Il corpo celeste orbita così vicino alla sua stella da esserne irradiato intensamente; per questo motivo, gli studiosi hanno dubitato che potesse avere un’atmosfera. Tuttavia, i dati all’infrarosso di Spitzer, che hanno permesso di approfondire l’andamento della temperatura sul Nettuniano, hanno spazzato via ogni incertezza: Ltt 9779b ha la sua atmosfera. Infatti, il gruppo di lavoro ha notato che il pianeta, pur raggiungendo un livello di calore di oltre 1600°C, è relativamente più fresco di quanto si pensasse: questo elemento suggerisce che Ltt 9779b possa riflettere la luce stellare, probabilmente per la presenza di una copertura nuvolosa sul suo versante illuminato. Inoltre, il pianeta non sembra veicolare grandi quantità di calore verso il suo lato in ombra; questa peculiarità potrebbe essere dovuta all’assorbimento della luce stellare nella parte alta dell’atmosfera, da dove sarebbe respinta verso lo spazio.
I dati spettrali dell’atmosfera di Ltt 9779b mostrano, infine, la presenza di monossido di carbonio e/o di anidride carbonica e lasciano intravedere qualche dettaglio su come i venti facciano circolare energia e materiali su questo corpo celeste.
Gli autori del saggio ritengono che l’atmosfera di Ltt 9779b debba essere ulteriormente approfondita e sono convinti che i risultati dell’indagine possano essere un primo passo sia per tracciare un identikit più preciso di questa categoria di pianeti, sia per sviluppare un nuovo approccio nello studio delle atmosfere esoplanetarie.
Il Nettuniano, che è già stato inserito nell’agenda delle osservazioni programmate per il telescopio Webb, è protagonista anche di un altro articolo di imminente pubblicazione, sempre su The Astrophysical Journal Letters. Si tratta uno studio, coordinato dall’Università del New Mexico, riguardante la composizione chimica della sua atmosfera; l’analisi è stata condotta sui dati raccolti da Spitzer con la sua camera Irac (InfraRed Array Camera).
In alto: elaborazione artistica del sistema di Ltt 9779 (Crediti: Ethen Schmidt, Università del Kansas).