Che cosa si nasconde nel cuore di una stella morente? Quando le stelle massicce arrivano verso la fine del loro ciclo di vita, possono esplodere in supernove, provocando una grandissima emissione di radiazione – in alcuni casi, più intensa di quella di un’intera galassia. Per questo comprendere i meccanismi chimico-fisici che generano tali potentissimi scoppi stellari può aiutare molto nello studio dell’evoluzione degli astri che popolano la nostra e altre galassie. Ora un team di ricerca internazionale ha proposto un nuovo metodo per analizzare a distanza il centro delle supernove. E lo ha fatto utilizzando ‘strumenti’ molto particolari: le stellecadenti, frammenti di meteoriti che entrando nell’atmosfera terrestre si incendiano e nelle limpide notti d’estate, soprattutto ad agosto, sono visibili come scie luminose nel cielo.
Lo studio, coordinato dall’Osservatorio Astronomico Nazionale del Giappone e pubblicato su Physical Review Letters, si basa su un parallelismo tra meteoriti e supernove rispetto a un ‘ingrediente’ molto speciale: l’antineutrino. Come dice la parola, è l’antiparticella del neutrino, e come il suo corrispettivo subatomico è molto difficile da rivelare. Ma il team di ricerca si è accorto che, misurando la quantità di 98Ru (un isotopo rutenio) in frammenti di meteoriti, è possibile risalire alla quantità del suo progenitore 98Tc (un isotopo di tecnezio), considerato un elemento presente nella materia originaria del nostro Sistema solare. La quantità di 98Tc dipende inoltre da alcune importanti caratteristiche degli antineutrini coinvolti nelle esplosioni di supernova, come la temperatura: per questo studiando il rutenio nei meteoriti si può risalire a importanti indizi sul rutenio nelle supernove.
“Esistono sei tipi di neutrini – spiega Takehito Hayakawa, leader dello studio – e studi precedenti hanno mostrato che gli isotopi di neutrino sono prodotti prevalentemente da cinque neutrini e da un antineutrino di elettroni. Trovando un isotopo di neutrino sintetizzato prevalentemente dall’antineutrino di elettroni, possiamo stimare la temperatura di tutti i sei tipi di neutrino, un’informazione fondamentale per comprendere il meccanismo di esplosione di supernova.”