Il Pianeta Rosso non cessa di stupire comunità scientifica e semplici appassionati: questa volta torna agli onori della cronaca per un fenomeno atmosferico scoperto dalla sonda Maven (Mars Atmosphere and Volatile EvolutioN) della Nasa. Si tratta di pulsazioni notturne nella luce ultravioletta, analizzate in uno studio appena pubblicato su Journal of Geophysical Research-Space Physics (articolo: “Imaging of Martian Circulation Patterns and Atmospheric Tides Through Maven/Iuvs Nightglow Observations”); l’indagine, che si basa sui dati dello spettrografo Iuvs (Imaging UltraViolet Spectrograph) di Maven, è stata coordinata dal Laboratorio di Fisica Spaziale ed Atmosferica dell’Università del Colorado-Boulder.

Il team della ricerca ha riscontrato che l’atmosfera marziana ‘palpita’ esattamente tre volte per notte, ma solo quando il pianeta si trova in primavera e in autunno. Inoltre, dai dati dello spettrografo emerge la presenza di onde e spirali al di sopra delle zone polari, durante l’inverno;  questo fenomeno era stato rilevato per la prima volta dalla sonda Mars Express dell’Esa (con lo strumento SpicamSpectroscopy for the Investigation of the Characteristics of the Atmosphere of Mars), ma la sensibilità di Iuvs ne ha consentito l’osservazione con un maggiore dettaglio. Gli autori del saggio ritengono che la scoperta di Maven sia particolarmente utile per studiare i complessi schemi della circolazione atmosferica di Marte, soprattutto per quanto riguarda la regione intermedia in cui le correnti d’aria trasportano i gas tra gli strati inferiori e quelli superiori.

I ricercatori hanno notato che lo scintillio si verifica nei posti in cui i venti verticali trascinano i gas verso il basso, dove si trovano aree maggiormente dense, imprimendo velocità alle reazioni chimiche che producono il monossido di azoto e danno il via al bagliore ultravioletto (in alto, in un’immagine a colori falsati – crediti: Nasa/Maven/Goddard Space Flight Center/Cu/Lasp). Il fenomeno si presenta soprattutto a partire da un’altitudine di circa 70 chilometri, con picchi di maggiore intensità che si estendono per circa 1000 chilometri. La pulsazione, secondo il team di Maven, evidenzia il ruolo chiave svolto dalle onde atmosferiche che avvolgono il Pianeta Rosso.

Il numero delle onde e la loro velocità indicano che l’atmosfera intermedia di Marte è influenzata sia dall’andamento quotidiano del riscaldamento solare, sia dalle perturbazioni generate dai rilievi vulcanici che popolano la superficie del corpo celeste. Lo studio, che aggiunge un nuovo tassello alla conoscenza dell’atmosfera marziana, avrà un seguito: il gruppo di lavoro, infatti, intende approfondire il fenomeno da una diversa prospettiva per analizzare al meglio i venti con andamento verticale e i cambiamenti stagionali.

In basso: il processo chimico sotteso alle pulsazioni (Crediti: Nasa/Maven/Goddard Space Flight Center/Cu/Lasp).