E’ il quarto satellite naturale, per dimensioni, nella vasto corteo che accompagna Giove e torna alla ribalta per alcune immagini che hanno immortalato le sue caratteristiche geologiche: si tratta di Europa, una delle lune scoperte da Galileo Galilei nel 1610, che presenta una superficie molto varia e tormentata, tanto che le sue aree più scoscese si sono meritate la definizione di ‘terreno caotico’.Le immagini in questione sono state scattate da Galileo, sonda Nasa lanciata nel 1989 e attiva sino al 2003, il 26 settembre 1998 e sono state sottoposte ad un nuovo processamento per far emergere con maggiore nitidezza i dettagli del ‘volto’ di Europa; l’operazione è stata compiuta anche in prospettiva di Europa Clipper, missione della Nasa – attualmente in preparazione – che studierà la luna di Giove, in particolare il suo oceano, attraverso una serie di sorvoli mentre orbiterà intorno al colosso del Sistema Solare.
Sono tre le foto rispolverate dagli studiosi e mostrano con una risoluzione di 460 metri le strutture che solcano la crosta di Europa: creste, strisce, fratture e una sorta di piccole cupole tondeggianti. Le immagini, riprocessate in colori aumentati, fanno risaltare in tonalità diverse le varie caratteristiche: le aree in celeste chiaro o bianco sono costituite da ghiaccio di acqua relativamente puro, mentre alla base di quelle rossastre vi sono materiali non ghiacciati, come, ad esempio, i sali. I planetologi stanno passando al setaccio il terzetto di foto per approfondire i meccanismi che hanno portato alla formazione della superficie di Europa: essa, infatti, con un età compresa tra 40 e 90 milioni di anni, è molto più giovane della luna stessa, formatasi con il Sistema Solare, ed è in assoluto una delle superfici più recenti in tutto il sistema.
Le lunghe creste che solcano il satellite naturale in lungo e in largo dovrebbero essere la ‘risposta’ della sua superficie ghiacciata all’azione dell’intensa forza di gravità di Giove: si sarebbero formate quando una frattura si è ripetutamente aperta e chiusa e ha dato luogo ad una struttura di altezza contenuta, non molto ampia ed estesa per migliaia di chilometri. Invece, le strisce si trovano in quei luoghi dove le crepe sarebbero state costantemente sottoposte ad aperture in linea orizzontale e hanno originato strutture ampie e relativamente piatte. Infine, le aree classificate come ‘terreno caotico’ (chaos terrain) presentano blocchi che si sono mossi lateralmente, ruotando o inclinandosi prima di essere congelati nelle loro nuove posizioni.
La missione Galileo era stata ideata per studiare Giove i suoi satelliti e, prima di raggiungere l’orbita del pianeta (il 7 dicembre 1995), fece anche alcune interessanti osservazioni: è stata la prima a ‘far visita’ ad una coppia di asteroidi (Gaspra e Ida), si è trovata in una posizione favorevole per vedere lo schianto dei frammenti della cometa Shoemaker-Levy 9 su Giove e, nel suo fly-by di Venere, ha realizzato delle immagini all’infrarosso delle nubi del pianeta.
Nell’immagine in alto, l’area Chaos Transition di Europa (Crediti: Nasa/Jpl-Caltech/Seti Institute)