PIANETA ROSSO/Nuove analisi del meteorite NWA 7034, chiamato Black Beauty, restringono la finestra temporale di una possibile antica abitabilità marziana. I risultati su Nature
Giulia Bonelli2 luglio 2018
Che fosse un meteorite un po’ speciale lo sapevamo da tempo, e a suggerirlo è il suo stesso soprannome: Black Beauty, ‘bellezza nera’, come gli astronomi hanno chiamato NWA 7034 quando è stato scoperto nel 2013. Si tratta di un frammento di roccia proveniente da Marte e uno dei più antichi meteoriti mai trovati sulla Terra. Ricco di acqua e carbonio organico, black beauty è appunto di colore molto scuro per via della sua natura basaltica, quindi magmatica. Le prime analisi avevano già mostrato che NWA 7034 potesse essere un ottimo esempio per scoprire cosa si nasconde sotto la crosta rugginosa del pianeta rosso, alla ricerca dei segni di antiche forme di vita marziane.
Ora uno studio pubblicato su Nature aumenta se possibile ancora di più il valore di questo meteorite. Gli scienziati, guidati da Martin Bizzarro del Museo di Storia Naturale della Danimarca, hanno scoperto che la ‘bellezza nera’ contiene anche frammenti del raro minerale zircone, che a sua volta presenta alte concentrazioni di afnio. Un risultato sorprendente, perché queste caratteristiche chimiche rendono il meteorite una sorta di strumento di datazione naturale.
“Lo zircone è un minerale molto robusto – spiega Martin Bizzarro – che è perfetto per calcolare l’età assoluta degli oggetti. In questo contesto, può essere utilizzato per stabilire con maggior dettaglio una finestra temporale che ci aiuti a ricostruire la formazione della crosta marziana.” Una stima resa ancora più precisa dalla presenza dell’afnio: “questo elemento – continua infatti Bizzarro – era presente circa 100 milioni di anni prima che fosse creato il più antico zircone di Black Beauty. Quindi, Marte ha avuto un’origine anteriore se confrontata con quella della Terra, la cui crosta solida si formò solo molto più tardi.” Analisi più approfondite potrebbero restringere ancora di più questa finestra temporale, arrivando così grazie alla datazione della ‘bellezza nera’ a ricostruire l’epoca marziana che forse un tempo potrebbe aver ospitato la vita.