Grazie ai dati della missione Nasa Kepler, una studentessa di astronomia dell’Università British of Columbia ha scoperto diciassette nuovi esopianeti di cui uno di dimensioni terrestri. Quest’ultimo, chiamato KIC-7340288 b, orbita nella zona abitabile della sua stella ed è di dimensioni pari a una volta e mezzo quelle della Terra, abbastanza piccolo da essere considerato roccioso.

Il pianeta ha un anno lungo 142 giorni e mezzo ed orbita attorno alla sua stella a 0,444 unità astronomiche – un’orbita poco più ampia di quella di Mercurio.

«Questo pianeta è lontano circa mille anni luce, quindi non ci arriveremo presto!», commenta Michelle Kunimoto, autrice dello studio. «Ma questa è una scoperta davvero entusiasmante, dato che finora ci sono stati solo 15 piccoli pianeti confermati nella zona abitabile, trovati nei dati di Kepler».

Durante la sua missione – ormai terminata – il telescopio spaziale ha scovato oltre 2.600 pianeti extrasolari, focalizzando la sua ricerca in particolar modo verso quelli situati nelle zone abitabili delle loro stelle, i migliori candidati per l’abitabilità, poiché potrebbero ospitare acqua sulla loro superficie.

Scoperti attraverso il metodo del transito, i sedici nuovi esopianeti variano per dimensioni: il più piccolo ha una dimensione pari a due terzi di quella terrestre e si classifica come uno dei pianeti più ‘minuti’ rilevati da Kepler.

I dati raccolti dal satellite Kepler durante i suoi 4 anni di ricerca di esopianeti nella costellazione del Cigno sono stati rianalizzati da questo studio con nuovi algoritmi sempre più performanti. Ciò ha permesso di mettere il luce alcuni possibili pianeti precedentemente non identificati, e tra questi uno particolarmente degno di nota – KIC-7340288 b  – perché un pianeta roccioso che si trova ad orbitare in circa 140 giorni attorno alla sua stella in una regione  “forse” propizia a far si che  eventuale acqua sul suolo del pianeta si possa trovare allo stato liquido. Il sistema planetario in questione si trova a oltre 1000 anni luce da noi. La stella è un po’ più fredda e piccola del Sole, avendo una temperatura superficiale di quasi 4000 K, dimensione e massa circa la metà di quelle del Sole.

«Il pianeta individuato è grande una volta e mezza la Terra. Sulla sua abitabilità però non abbiamo nessuna informazione convincente» ci informa Isabella Pagano, Direttrice dell’Osservatorio Astronomico di Catania dell’INAF ed esperta nella ricerca di esopianeti. «I dati analizzati suggeriscono che il pianeta riceve dalla sua stella circa un terzo della radiazione che riceve la Terra dal Sole, meno quindi della radiazione che raggiunge Marte. In ogni caso la scoperta è interessante, perché  i pianeti rocciosi attorno alle stelle non troppo diverse da Sole, sono proprio ciò che il satellite Kepler si riprometteva di trovare».

Per la scopritrice i risultati dello studio, pubblicati su The Astronomical Journal, sono solo un punto di partenza per una nuova caccia.