Hanno aperto la strada ad una nuova visione dell’Universo e per questo l’Accademia reale svedese delle scienze gli ha appena assegnato il premio Nobel per la fisica del 2019. Sono James Peebles, Michel Mayor e Didier Queloz, un cosmologo e due planetologi che hanno cambiato la nostra immagine del Cosmo. Le “scoperte teoriche in fisica cosmologica” di Peebles e la “scoperta di un esopianeta in orbita attorno a una stella di tipo solare” di Mayor e Queloz hanno contribuito a indagare su questioni fondamentali per la nostra esistenza. Per questo tra i tre astrofisici sarà ripartita l’onoreficenza istituita nel 1895 dal chimico svedese Alfred Bernhard Nobel.
Cosa è successo nei primi momenti di vita dell’Universo, e cosa è successo subito dopo? E’ questo l’interrogativo a cui ha cercato di dare risposta James Peebles, 84 anni, canadese, dell’Università americana di Princeton. Per il suo contributo alla radiazione cosmica di fondo, ossia la traccia di cosa avvenne dopo il Big bang, riceverà la metà del premio. Sottesa alla sua ricerca, la consapevolezza che la materia da noi conosciuta equivale ad appena il 5% dell’Universo mentre il restante 95% sarebbe costituito dalla materia oscura e dall’energia oscura. Ad oggi, la grande sfida della fisica contemporanea risiede nella natura di questi oggetti misteriosi.
La scoperta dei primi pianeti esterni al Sistema solare è valsa metà del premio agli svizzeri Michel Mayor e Didier Queloz. Mayor, 77 anni, ha insegnato nell’Università di Ginevra. Con il cinquantatreenne Queloz, proveniente dalle università di Ginevra e Cambridge, ha scoperto nel 1995 il primo pianeta esterno al Sistema solare. Il gigante gassoso simile a Giove, 51 Pegasi b, in orbita intorno alla stella 51 Pegasi, ha aperto la porta ai mondi extrasolari e ha decretato la fine dell’unicità del nostro Sistema solare. Da allora sono oltre 4.000 gli esopianeti entrati nel novero, anche grazie ai telescopi a terra, ai telescopi spaziali come Hubble e ai cacciatori di pianeti Kepler e Tess.
“Il Nobel assegnato oggi è un altro risultato straordinario che premia la ricerca sull’Universo” ha osservato Giorgio Saccoccia, Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana “un settore nel quale l’Italia è da sempre impegnata da protagonista. È fondamentale continuare a impegnarsi in questo campo”.
“E’ un modo per ricordarci che la ricerca sull’universo non è importante solo dal punto di vista scientifico, ma può avere anche un impatto sul miglioramento dell’economia e dello sviluppo industriale”, ha detto il ministro per l’Istruzione, Università e Ricerca Lorenzo Fioramonti a margine della presentazione dell’Expoforum europeo dedicato alla Space economy. Per il ministro un esempio dell’impatto che la ricerca sull’Universo può avere sull’economia e lo sviluppo è la costruzione della più grande rete di radiotelescopi del mondo, Square Kilometre Array, “di cui l’Italia è capofila“.