I laghi di Titano potrebbero ospitare una varietà di minerali e un nuovo composto, un co-cristallo di acetilene solido e butano. Lo studio condotto dal Jet Propulsion Laboratory della Nasa e dal Caltech, verrà presentato alla prossima Astrobiology Science Conference. L’acetilene e il butano sono presenti sulla Terra sotto forma di gas e vengono usati per le saldature e per il combustibile utilizzato nei fornelli da campeggio. Su Titano, per via delle temperature estremamente rigide, acetilene e butano sono solidi e si combinano tra di loro, formando dei cristalli. Gli scienziati ritengono che i due minerali possano contribuire a formare i depositi a forma di anelli che si trovano intorno ai profondi laghi di idrocarburi di Titano. Un co-cristallo ha un aspetto identico al cristallo le cui proprietà chimico-fisiche dipendono dai suoi componenti.

Alcune ricerche precedenti – condotte grazie ai dati della sonda Cassini–  avevano osservato che i laghi situati in prossimità dell’equatore mostravano dei segni lasciati da materiale evaporato in precedenza. Il team del Nasa e del Caltech, ha quindi deciso di ricreare queste condizioni in laboratorio utilizzando un criostato ad azoto liquido che ha abbassato drasticamente la temperatura dell’ambiente scelto per il test. Successivamente, hanno alzato leggermente la temperatura, in modo tale da far trasformare l’azoto in gas ricreando l’atmosfera di Titano. Infine, hanno aggiunto metano ed etano ed altre molecole contenenti carbonio e hanno dato il via alle analisi. Il primo composto venuto fuori dal mix di gas è stato il co-cristallo di benzene seguito dal co-cristallo di acetilene e butano, probabilmente più diffuso sulla superfice, per via della composizione di Titano.

Sulla fredda luna, si legge nello studio, i co-cristalli di acetilene-butano potrebbero formare degli anelli attorno ai laghi lunari quando gli idrocarburi liquidi evaporano e i minerali si depositano, proprio come accade sulla Terra quando l’acqua evapora lasciando i caratteristici depositi salini. Per confermare queste teoria, ci sarà bisogno di un’altra sonda, erede di Cassini, in grado di visitare le regioni costiere di Titano e capace di guardare attraverso la sua atmosfera densa di nebbie.