Nuovo passo per la futura stazione spaziale made in China. Lo annunciano l’Agenzia spaziale cinese e l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari dello spazio extra-atmosferico (Unoosa), che hanno presentato i 6 esperimenti approvati per viaggiare sulla stazione cinese. Si tratta di progetti scientifici internazionali provenienti da 17 paesi diversi, che coprono una vasta gamma di aree di ricerca dalle scienze della vita alla biotecnologia, dalla la fisica all’astronomia gravitazionale. Altri 3 esperimenti sono stati accettati con riserva, e verranno ulteriormente valutati nei prossimi mesi.
“È la prima volta che una missione spaziale cinese invita tutti i membri dell’Onu a condurre esperimenti – ha dichiarato Lin Xiqiang, vicedirettore dell’agenzia cinese – ed è una pietra miliare nel progresso del programma spaziale con equipaggio cinese”. La partecipazione è stata massiccia, con 42 proposte ricevute da 27 paesi. I 6 progetti vincitori coinvolgono scienziati provenienti da Belgio, Cina, Francia, Germania, India, Italia, Giappone, Kenya, Olanda, Norvegia, Messico, Polonia, Perù, Russia, Arabia Saudita, Spagna e Svizzera.
Tra gli esperimenti a partecipazione europea, ci sono Polar-2, che andrà a caccia dei lampi gamma, (GRB dall’inglese gamma ray burst), potenti esplosioni che costituiscono il fenomeno più energetico finora osservato nell’universo, e Tumors in Space, che come suggerisce il nome studierà il possibile impatto delle radiazioni spaziali sullo sviluppo dei tumori.
La stazione spaziale permanente dovrebbe essere messa in orbita entro il 2022 con una vita operativa prevista di 10 anni. Sarà in grado di ospitare tre taikonauti, che condurranno in microgravità gli esperimenti selezionati.