Isolata, di modeste dimensioni e scarsamente luminosa: sono questi i tratti principali della galassia nana individuata da Hubble per un caso fortuito, dato che i suoi occhi – per un altro tipo di ricerca – erano puntati essenzialmente sugli astri più antichi e deboli del cluster globulare Ngc 6752. Gli astronomi, infatti, analizzando le immagini del telescopio Nasa-Esa per datare l’ammasso in base a queste stelle, hanno notato nel margine esterno dell’area fotografata un gruppo compatto di astri estraneo, per luminosità e temperatura, al cluster e situato ad una distanza da esso pari a milioni di anni luce.

L’indagine è stata coordinata da Luigi Bedin dell’InafOsservatorio di Padova; fanno parte del team anche altri ricercatori italiani del medesimo osservatorio e del Dipartimento di Fisica dell’Università di Padova. La scoperta è stata illustrata nell’articolo “The HST Large Programme on NGC 6752. I. Serendipitous discovery of a dwarf Galaxy in background”, pubblicato recentemente su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society: Letters. Denominato Bedin 1, il gruppo di stelle costituisce una galassia di piccole dimensioni – l’estensione massima che raggiunge è pari a soli 3000 anni luce – di forma allungata e molto debole. Queste caratteristiche hanno portato gli astronomi a classificarla come ‘galassia nana sferoidale’, un’entità presente con 36 esemplari nel Gruppo Locale, 22 dei quali sono satelliti della Via Lattea.

Rispetto alle sue ‘colleghe’, Bedin 1 presenta alcune peculiarità, in primis il suo isolamento; la galassia, infatti, si trova a circa 30 milioni di anni luce dalla Via Lattea e a 2 milioni di anni luce dalla galassia più vicina, Ngc 6744. Dalle proprietà delle stelle, gli astronomi hanno dedotto che Bedin 1 ha un’età veneranda: circa 13 milioni di anni, quasi quanto l’Universo stesso. La condizione di solitudine di questa galassia, cui sono mancate interazioni con altre compagne, l’ha resa una sorta di fossile dell’Universo primordiale. La scoperta di questa galassia nana così particolare è stata veramente una sorpresa inaspettata; gli autori della ricerca, però, ipotizzano che Bedin 1 possa essere in buona compagnia di altre sue simili e intendono svolgere ulteriori approfondimenti in tal senso, soprattutto quando sarà operativo il telescopio spaziale Wifirst della Nasa. La sensibilità e il campo di vista di Wifirst, che dovrebbe essere lanciato nel 2020, potrebbero dare un valido aiuto nella ricerca di altre realtà come Bedin 1.