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Le stelle più massicce dell’Universo nascono da una ‘battaglia’ tra gravità e magnetismo. Le due forze si contendono il controllo di immense nubi di gas e polveri nello spazio profondo finché una delle due non riesce ad avere la meglio sull’altra. A rivelarlo è un gruppo di astronomi del Center for Astrophysics | Harvard & Smithsonian, che ha acquisito la più chiara immagine mai ottenuta della nascita di stelle massicce. 

Il team ha utilizzato l’Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (Alma) per condurre la più ampia e dettagliata indagine mai realizzata sui campi magnetici in 17 regioni della Via Lattea dove si stanno formando ammassi di stelle massicce. Le immagini ottenute sono talmente nitide da permettere di distinguere strutture grandi solo poche migliaia di unità astronomiche, equivalenti a circa dieci volte la distanza tra il Sole e Plutone. Un livello di dettaglio che consente di osservare, per la prima volta, il comportamento delle forze invisibili che modellano la nascita delle stelle. L’articolo che ne parla è stato pubblicato su The Astrophysical Journal

La formazione di una stella è un processo tutt’altro che semplice. Tutto comincia quando una nube di gas interstellare inizia a contrarsi sotto l’effetto della gravità. Quest’ultima però non agisce da sola: i campi magnetici e la turbolenza all’interno della nube spingono nella direzione opposta, cercando di impedirne il collasso.
Per decenni, gli astronomi si sono chiesti quale di queste forze avesse davvero l’ultima parola: è la gravità a vincere o il magnetismo riesce a frenarla? Le nuove osservazioni di Alma hanno fornito finalmente una risposta.

Analizzando come cambia l’orientamento dei campi magnetici man mano che ci si avvicina al cuore delle nubi in collasso, gli scienziati hanno scoperto che, quando il gas diventa più denso, la gravità comincia a trascinare e ri-orientare i campi magnetici nella sua stessa direzione. In altre parole, il magnetismo – inizialmente forte e resistente – finisce per piegarsi ed è la gravità a prendere il sopravvento, determinando il destino della futura stella. Le direzioni dei campi magnetici, inoltre, non sono casuali: tendono ad allinearsi alla gravità o a disporsi perpendicolarmente ad essa. Questo doppio schema suggerisce che la relazione le due forze sia molto più dinamica e complessa di quanto si pensasse, con equilibri che cambiano durante le varie fasi della nascita stellare.

L’indagine stabilisce un nuovo punto di riferimento per la comprensione dei componenti visibili e invisibili della nostra galassia e fornisce nuovi strumenti per perfezionare le teorie sui cicli di vita di stelle, pianeti e nubi cosmiche.

 

In apertura: una regione di formazione stellare nella nube molecolare Ngc 6334, situata nella costellazione dello Scorpione. I dati di Alma sovrapposti all’immagine mostrano i dettagli di quattro aree specifiche, rivelando l’intreccio di di forze invisibili di magnetismo e gravità che modellano la formazione delle stelle nelle profondità della gigantesca nube molecolare. Crediti: Nasa/Jpl-Caltech/Eso/Naoj/Nsf Nrao/ Nsf/Aui/M. Weiss.