Fermo dei voli per Falcon 9. L’agenzia governativa americana del Dipartimento dei Trasporti, che regola l’aviazione privata (Faa – Federal Aviation Administration), ha temporaneamente interdetto SpaceX dall’utilizzo del suo lanciatore più famoso a seguito dell’incidente del 28 agosto scorso. Uno dei booster a rientro autonomo del primo stadio ha preso fuoco sulla piattaforma della nave-drone su cui era appena atterrato, adagiandosi poi su un fianco. Nessun danno a persone o strutture, ma finché SpaceX non fornirà alla Faa un report dettagliato sulle cause dell’incendio e i provvedimenti che adotterà per risolvere, il Falcon 9 resta a terra.
Ironicamente, l’incidente è accaduto al booster ‘B1062’, che è il più longevo e celebrato da SpaceX per il numero record di riutilizzi: 23 volte sul totale di 267 razzi a recupero controllato dei propulsori lanciati con successo dall’azienda. L’idea era quella di festeggiare il traguardo, ma nel vedere le fiamme l’entusiasmo si è trasformato in seria preoccupazione: lo stop di Faa infatti arriva mentre SpaceX si è impegnata contrattualmente a fornire il Falcon 9 per due importanti missioni di prossima partenza.
La prima è Polaris Down, per conto del miliardario Jared Isaacman, che ha subìto già due rinvii, un ritardo per una perdita di elio e un altro per le condizioni meteo avverse previste per il giorno dell’ammaraggio di Dragon, a largo della Florida.
La seconda è su commissione della Nasa, che il mese prossimo userà il lanciatore per mandare due dei suoi astronauti sulla Stazione Spaziale Internazionale in una capsula Dragon, quella che al ritorno nel febbraio 2025 riporterà a casa Sunita Williams and Barry Wilmore della missione Starliner.
Il Falcon 9 in generale è una macchina molto affidabile, al suo attivo vanta oltre 70 lanci e pochi giorni prima dell’incidente aveva portato in orbita, senza problemi, uno dei tanti carichi di satelliti Starlink. Tra i suoi trofei, ricordiamo ‘Ispiration4‘, prima missione con astronauti non professionisti a bordo, e ‘Ax-1′, prima impresa spaziale realizzata interamente da privati.
A dispetto dei successi però, oggi siamo al secondo richiamo della Faa per il Falcon 9, che arriva anche a distanza ravvicinata dal primo: il mese scorso infatti c’era già stato uno stop a seguito dell’incidente dell’11 luglio, in cui sono andati persi 20 satelliti Starlink. Anche in quel caso l’Agenzia del Dipartimento dei Trasporti fermò ogni volo del lanciatore, chiedendo a SpaceX di produrre un resoconto dettagliato su ciò che era successo, prima di autorizzare nuovamente l’utilizzo. Il report venne presentato una decina di giorni dopo e il 27 luglio il Falcon 9 era di nuovo sulla rampa di lancio 39A del Kennedy Space Center, pronto per il decollo.
Insomma, una richiesta simile a quella attuale. Ora come allora, l’impegno di SpaceX è quindi quello di attivarsi immediatamente e di agire con rapidità per chiarire alla Faa cosa sia tecnicamente accaduto al booster ‘B1062’ il 28 agosto, cosa ha provocato le fiamme e quali provvedimenti si adottaranno nei lanci futuri per risolvere, o comunque minimizzare al massimo, le possibilità che riaccada.
Rispetto al precedente stop, stavolta la tempistica è particolarmente pressante a causa delle scadenze vicinissime dei prossimi lanci. Come azienda privata, SpaceX deve preoccuparsi anche delle quotazioni in borsa e del rischio di dover pagare penali o risarcimenti se i contratti non vengono totalmente onorati.
Di conseguenza, il report dovrebbe arrivare nei prossimi giorni, persino nelle prossime ore, sollevando il Falcon 9 dall’interdizione e consentendo così a SpaceX di riavviare il cronoprogramma entro una ragionevole tabella di marcia. Ripartendo da Polaris Down.
Foto: un fotogramma dal video della diretta del lancio del Falcon 9, in cui si vede il booster prendere fuoco appena toccata la piattaforma di atterraggio (minuto 14:23, link nell’articolo)
Crediti: SpaceX