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Un mondo reso incandescente da due ‘compagni’ ingombranti che risiedono nel medesimo sistema: si tratta di un corpo celeste da poco scoperto in orbita intorno alla stella Hd 104067 e protagonista di uno studio di The Astronomical Journal, mirato a analizzarne le caratteristiche. Il pianeta, di tipo roccioso, presenta delle condizioni estreme che hanno suscitato l’interesse degli scienziati: la sua superficie è costellata di vulcani al punto da fare concorrenza a Io, satellite naturale di Giove noto per il suo vivace vulcanismo.

Lo studio si è basato sui dati di Tess (Transiting Exoplanet Survey Satellite), la missione della Nasa lanciata nel 2018 per andare a caccia di esopianeti con il metodo del transito. Il team della ricerca stava analizzando i dati di Tess relativi al sistema della stella Hd 104067, situata nella costellazione meridionale del Corvo a circa 66 anni luce di distanza dal Sole; il sistema risultava composto da due pianeti, uno di tipo roccioso e un gigante gassoso. Durante l’indagine, gli studiosi hanno individuato inaspettatamente la ‘firma’ di un terzo pianeta, anch’esso roccioso, di dimensioni più ampie rispetto alla Terra e caratterizzato da una condizione ‘esplosiva’. Il nuovo pianeta è stato ‘battezzato’ con il codice alfanumerico Toi-6713.01.

I ricercatori, infatti, hanno notato che questo mondo inospitale ha un quadro geologico che lo rende appunto simile alla luna Io: si trova, a loro avviso, in una situazione in cui è costantemente perturbato dall’attività vulcanica, tanto che se fosse possibile osservarlo nelle lunghezze d’onda dell’ottico, si presenterebbe come un pianeta luminoso e con una superficie liquefatta, ricoperta di lava. Secondo i calcoli degli studiosi, la sua temperatura dovrebbe raggiungere punte di oltre 2300°C.

Responsabili di questa condizione fiammeggiante sono le forze gravitazionali esercitate dagli altri due pianeti del sistema di Hd 104067, un fenomeno riscontrato anche per la luna Io. Questo satellite naturale di Giove – spiegano gli studiosi – è particolarmente vicino al colosso gassoso e le altre lune la spingono in un’orbita eccentrica intorno al pianeta, che ha un’intensa forza gravitazionale; questa forza schiaccia Io e fa sì che sia costantemente in ebollizione con i suoi vulcani.

Il medesimo processo, quindi, accade su Toi-6713.01: gli altri due pianeti lo spingono in un’orbita eccentrica intorno alla stella che lo schiaccia mentre compie il suo percorso. Il gruppo di lavoro intende proseguire le indagini su questo mondo turbolento per misurarne massa e densità, in modo da poter capire quanto materiale potrebbe essere ancora espulso dai vulcani. La scoperta di Toi-6713.01, secondo gli studiosi, schiude nuovi scenari di ricerca sugli esopianeti, soprattutto per quanto riguarda il filone degli effetti gravitazionali, finora rimasto un po’ in secondo piano.

In alto: elaborazione artistica di un esopianeta vulcanico (Crediti: Nasa, Esa, Csa, Dani Player)