La strada per il ritorno dell’essere umano sulla Luna passa per il nostro paese. L’Italia partecipa al programma di esplorazione lunare Artemis anche con una base di terra, che seguirà i futuri rover e veicoli lunari sulla superficie del nostro satellite. Si tratta del futuro Centro di Simulazione e Controllo Missioni Robotiche Lunari, in fase di sviluppo alla sede Altec di Torino con il supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana.
È il più recente di una serie di contributi alle missioni Artemis fornite dall’Italia, che nel 2020 è stata uno dei firmatari degli Artemis Accords, primo patto di cooperazione internazionale per il ritorno pacifico dell’essere umano sulla Luna. E il nostro paese lavora su diversi fronti per contribuire a questo ritorno: dal cubesat italiano ArgoMoon lanciato nel 2022 con la missione senza equipaggio Artemis 1 allo sviluppo del modulo di servizio europeo delle navicelle Orion per il trasporto di astronauti, fino al futuro ricevitore Gps lunare Lugre, messo a punto dall’Asi in partnership con la Nasa. L’Italia è anche coinvolta nello sviluppo di i-Hab, Esprit e Halo, tre dei moduli del futuro Lunar Gateway lunare, così come nel complesso progetto di telecomunicazioni lunari dell’Esa Moonlight.
C’è poi anche il futuro modulo pressurizzato abitativo lunare Mph dell’Asi, asset italiano del programma Artemis e primo futuro habitat umano sulla Luna che dovrà accogliere i futuri equipaggi in missione sulla superficie. Esistono infine diversi esperimenti scientifici, come Oracle, progetto a cui partecipa l’Asi con il Politecnico di Milano per lo sviluppo di una tecnologia che consentirà l’estrazione di ossigeno dalla regolite lunare.
Ecco che, dal centro di controllo a Terra fino ai servizi sulla Luna, l’Italia è in prima linea per garantire la presenza umana sul nostro satellite – questa volta a lungo termine, con lo sguardo rivolto a Marte.
Immagine in apertura: il futuro modulo pressurizzato abitativo lunare Mph. Crediti: Altec