L’astronomia moderna sostiene che le principali galassie siano il risultato della somma di numerose piccole fusioni.

Pertanto, la forma attuale della Via Lattea è certamente il prodotto dell’estorsione di ammassi globulari a vicine galassie nane, cioè con minore forza gravitazionale. Ma quali ammassi avrebbe sottratto, e quanti? A questa domanda si cerca di rispondere sin dagli anni Novanta.

Recentemente, gli astronomi dell’Istituto di Studi Avanzati in Scienze di Base (Iasbs) di Zanjan in Iran, hanno pubblicato sul Monthly Notice della Royal Astronomical Society una serie di ricerche sul tema: nella prima, hanno modellato ipotetiche galassie nane, ricche di ammassi globulari, che orbitano attorno alla Via Lattea per esplorare quanto facilmente i loro ammassi potrebbero essere separati dalla galassia ospite; nella seconda, hanno esaminato le proprietà orbitali di 154 ammassi globulari confrontandole con le proprietà di 41 galassie nane che orbitano attorno alla nostra.

La Via Lattea ha un gran numero di galassie satelliti, tra cui le nubi di Magellano e le galassie nane della fornace e Antilia II. Ma non tutte queste galassie sono così autonome, sembrano piuttosto condizionate dalla gravità delle vicini. La galassia del Sagittario, scoperta nel 1994, è notevolmente allungata o distorta: ciò suggerisce che alcuni ammassi sono in fase di disgregazione e in procinto di fondersi nella Via Lattea.

La scoperta di questi flussi di sistemi, disgregati dalle maree, ha offerto una soluzione possibile alla questione della fusione tra galassie, con lo studio dei movimenti e composizione degli ammassi e della galassia ospite.

Gli astronomi hanno così scoperto innanzitutto che gli ammassi che avevano maggiori possibilità di essere catturati avevano orbite ellittiche che li portavano alla periferia delle galassie ospitanti. Mentre le galassie più massiccie sarebbero state in grado di trattenere con più probabilità i propri ammassi. In base a queste simulazioni, i modelli hanno suggerito che la Via Lattea avrebbe catturato due ammassi globulari dalla galassia nana della Fornace, quattro dalla Grande Nube di Magellano, due dalla Piccola Nube di Magellano e 14 dalla galassia nana del Sagittario.

L’ultimo esame evidenzia che 29 (19%) degli ammassi globulari conosciuti hanno proprietà simili alle galassie nane esaminate come galassie ospiti. Lo studio di questi fenomeni è in evoluzione continua. Al momento, la complessa struttura tridimensionale delle galassie nane è ancora stata esaminata in tutta la sua complessità.

 

Immagine in evidenza: modello dei flussi mareali che la gravità della Via Lattea esercita sulla galassia nana del Sagittario – Crediti: Ucla, D.R.Law