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Via gli intrusi dalle foto di Hubble

Grandi pulizie per i ritratti spaziali realizzati da Hubble: gli astronomi dello Space Telescope Science Institute (StSci) hanno individuato una soluzione per eliminare dalle immagini le scie dei satelliti artificiali in orbita intorno alla Terra e quelle – anche più fastidiose – lasciate dai raggi cosmici. Il gruppo di lavoro ha presentato uno studio (“Improved Detection of Satellite Trails in Hubble Imaging”) dedicato a questo tema ieri al 242° convegno dell’American Astronomical Society in corso ad Albuquerque.

Il problema del sovraffollamento di satelliti artificiali è diventato particolarmente insidioso negli ultimi anni; in tempi, recenti, la voce della comunità scientifica si è levata spesso per segnalare i disagi che questa moltitudine di manufatti arreca alle attività di osservazione, anche quelle svolte dai telescopi di terra. Le cifre parlano da sole: quando Hubble è stato lanciato nel 1990 i satelliti in orbita intorno alla Terra erano solo 470, mentre nel 2023 la loro presenza è divenuta davvero imponente, raggiungendo circa 8mila unità. Si prevede che nel 2030 il numero di satelliti potrebbe aumentare persino di 10 volte rispetto a ora.

Questi ‘abitanti’ artificiali dello spazio lasciano la loro ‘firma’ – sotto forma di linee sottili – su circa il 10% delle foto di Hubble; le tracce dei raggi cosmici, invece, si presentano come specie di graffi. In ogni caso, si tratta di segni fastidiosi che ora è possibile eliminare, grazie a uno strumento informatico particolarmente sensibile nella loro individuazione. Il software si basa su una metodologia di analisi delle immagini nota come Trasformata di Radon, che è stata ritenuta la più adatta per identificare le scie.

Ecco come si procede. Le osservazioni condotte da Hubble sono costituite da serie di foto: una traccia estranea, quindi, può apparire in uno scatto e non in quello successivo. L’immagine rovinata viene contrassegnata, mentre quelle prive di intrusi vengono combinate insieme in modo che sia possibile recuperare una foto complessiva dell’oggetto celeste osservato. Secondo il team della ricerca, il nuovo strumento è fino a 10 volte più sensibile rispetto ai software utilizzati in precedenza ed è in grado di individuare circa il doppio delle tracce indesiderate.

Lo Space Telescope Science Institute di Baltimora, fondato nel 1981, si occupa delle operazioni scientifiche di Hubble e del telescopio Webb ed è gestito per la Nasa dall’Associazione delle Università per la Ricerca Astronomica di Washington.

In alto: il ritratto delle due galassie interagenti Ngc 4676 rovinato dalla scia di un satellite in alto a sinistra (Crediti: Nasa, Esa StSci)

Valeria Guarnieri: Nata in tempo utile per vivere sin dall'inizio il fenomeno Star Wars, lavora in ASI dal 2000 e dal 2011 si occupa di comunicazione web presso l'Unità Multimedia dell'ente. Dedica la maggior parte del tempo libero alla montagna, suo grande amore.